Democrazie sull’orlo di una crisi di nervi


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Barcollano i sistemi politici in Occidente

In affanno sia il proporzionale sia il maggioritario haider_296

Le democrazie europee sono in affanno.

A parte qualche eccezione, da ormai diversi anni ogni appuntamento elettorale viene vissuto con crescente apprensione da parte dei partiti tradizionali, che hanno visto erodere il loro potere in modo lento ma inesorabile. Paesi dove il bipolarismo era una solida realtà, come il Regno Unito, sono alle prese con le difficoltà dei governi di coalizione.

In altri, dove il sistema elettorale proporzionale ha garantito il pluralismo democratico, l’eccesso di frammentazione e il consolidarsi di movimenti di estrema destra hanno ostacolato la nascita dei nuovi governi.

In principio fu l’Austria: dopo tre decenni di governi conservatori e altri tre di esecutivi socialdemocratici, nel 1999 il bipolarismo perfetto deve fare i conti con l’estrema destra, “terzo incomodo” incarnato da Joerg Haider. Nasce il primo governo di coalizione tra i conservatori e Haider, sanzionato dall’Unione europea con l’accusa di razzismo. Da allora, nulla è più come prima: l’estrema destra perde consensi, ma non abbastanza da consentire un ritorno al bipolarismo. Nel 2006 e nel 2008, i partiti tradizionali danno vita a esecutivi di unità nazionale, a conferma di una governabilità sempre più fragile.

L’alleanza tra i rivali austriaci era stata preceduta, nel 2005, dalla “Grossekoalition” in Germania. Il governo tedesco è riuscito a completare la legislatura grazie alle straordinarie capacità di mediazione del cancelliere Angela Merkel, che è riuscita a conciliare posizioni spesso antitetiche tra i due partiti della maggioranza. Oggi, complice la storica sconfitta dei socialdemocratici, governa una normale coalizione di centro-destra. Nel Paese che fu la culla del nazismo, la legge elettorale con sbarramento al 5% ha tenuto fin qui fuori dal Parlamento un’estrema destra che si è presentata disgregata a ogni appuntamento con le urne.