di Nello Rega
“Pensateci prima, non è facile. Se venite catturati rischiate il carcere a vita, altrimenti potreste anche sparire in fondo al mare”. E’ l’appello di un giovane somalo del Puntland che a Radio Garowe ha raccontato la sua esperienza di pirata del mare. La sua avventura è terminata da qualche mese quando la forza internazionale antipirateria che pattuglia il Golfo di Aden lo ha arrestato. Ahmed (il nome è ovviamente di fantasia) ha deciso di pentirsi e di aiutare le autorità a combattere un fenomeno in costante ascesa.
Qualche mese fa il ragazzo somalo assieme ad altri ragazzi si era imbarcato con 2 barche da pesca nel mare antistante il Puntland per un’azione di pirateria. Il gruppo fu avvistato dai militari della Nato che li presero in custodia, confiscarono gli armamenti e distrussero una delle due imbarcazioni.
“Decidemmo di buttarci in mare e ci mettemmo a nuotare per attirare la simpatia dei militari. Ma non fu così. In balia delle onde arrivammo faticosamente sulle coste dello Yemen. Alcuni pescatori ci notarono e ci condussero dalle autorità, che ci misero in carcere”.
Ahmed racconta con angoscia quei momenti ma da questa storia, a suo dire, dichiara di aver imparato una lezione che vuole fare conoscere al mondo, soprattutto a quelli che si dedicano ad azioni di pirateria. L’insegnamento del somalo, dati alla mano, al momento non sembra aver avuto grandi frutti. Sono almeno 25 le imbarcazioni tenute ancora sotto sequestro dai pirati somali e 434 gli ostaggi nelle loro mani. Attualmente operano nell’Oceano Indiano una missione di pattugliamento antipirateria della Ue.
Per l’Italia partecipa la nave Libeccio al comando del capitano di Fregata Antonio Galliuto, e una missione sotto bandiera Nato con Nave Bersagliere, al comando del capitano di fregata Gennaro Falcone. “All’interno di uno scenario in evoluzione, gli oceani sono diventati il centro di gravità anche dell’economia globale. Vogliamo dare il nostro contributo alla pace e alla stabilità del mondo: per raggiungere un obiettivo così ambizioso, la conoscenza completa di ciò che sta accadendo in mare è fondamentale”, ha detto l’ammiraglio Bruno Branciforte, Capo di Stato maggiore della marina militare italiana. Branciforte ha anche evidenziato “lo sforzo della nostra marina per rafforzare partnership marittime. Le dinamiche dei nuovi scenari creano nuove difficoltà, dalla pirateria, al terrorismo”.
I pirati sono avvertiti!