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La Lazio insiste, a ruota Milan e Inter

Dopo sette turni di 'disordine', il campionato ritrova le sue linee-guida: vincono grandi e aspiranti grandi, Napoli a parte inchiodato al Cibali 1-1. Lassù, in testa, resiste e insiste la Lazio, di nuovo presa per mano dal 'profeta' Hernanes m

di Gianluca Luceri

Normalità. Dopo sette turni di 'disordine', il campionato ritrova le sue linee-guida: vincono grandi e aspiranti grandi, a parte il Napoli inchiodato al Cibali sull'1-1. Lassù, in testa, resiste e insiste la Lazio, presa per mano anche al San Nicola dal 'profeta' Hernanes, autore in avvio ripresa del vantaggio biancoceleste seguito a ruota dal raddoppio di Floccari. Partita bruttina, Bari deludente e impalpabile in fase offensiva a parte i 10' finali (palo e occasionissima per Castillo), ma squadra di Reja davvero cinica e compatta. Dove arriverà? Presto per dirlo, di certo la Lazio ha trovato una 'quadratura' importante che potrebbe aprirle orizzonti imprevedibili.

Milan e Inter seguono a braccetto, magari senza abbagliare come collettivo ma con in tasca la solita arma in più: le giocate e la classe dei singoli, pardòn, dei fuoriclasse, quelli che quando le cose non girano proprio a mille, ti fanno vincere le partite da soli. Prendete Eto'o, per esempio, da due mesi in una forma smagliante ma che più smagliante non si può. Senza Milito, e con un Coutinho bravo ma ancora leggerino e poco smaliziato, l'attacco interista è tutto sulle sue spalle. Un ruolo che piace da morire al camerunense, tornato a fare la punta pura dopo essere stato 'molto terzino' con Mourinho. L'Inter espugna il Sant'Elia  con il sesto centro del re dei bomber (insieme a Cavani), una vittoria da 'grande squadra' perché ottenutaa è tutto sulle sue spalle. Un ruolo che piace da morire al camerunense, tornato a fare la punta pura dopo essere stato 'molto terzino' con Mourinho. L'Inter espugna il Sant'Elia … senza meritarlo troppo. Julio Cesar migliore in campo, occasioni in serie per i sardi ma 0-1 sul tabellone. Un film visto e rivisto.

Terzo successo consecutivo per il Milan 'made in Brasil'. Contro un buon (se non ottimo) Chievo, bussa due volte Pato, triplica in pieno recupero Robinho e il Diavolo, sempre più figlio di Allegri, fa felice San Siro. In mezzo, non tutte rose e fiori: l'autorete di Ibra che rimette in pista la squadra di Pioli, rossoneri in evidente affanno nell'ultima mezz'ora (pensando magari all'impegno di Champions), un equilibrio tattico che a volte si smarrisce quando i tre attaccanti non rientrano e Seedorf viene schierato a centrocampo con Pirlo e Gattuso, preferendolo a Boateng: azzardo pericoloso perché il Milan, messo così in campo, va spesso in affanno.

Il 2-1 sul Genoa dell'ex Toni ridà ossigeno a Ranieri e risolleva la finora asfittica classifica della Roma. Una Roma che piace per tre quarti di gara, che sul 2-0 accarezza il 3-0 (traversa di Borriello) ma che poi, secondo un copione di questi primi due mesi, va in apnea nell'ultima parte e rischia di buttarsi via, complice l'immancabile amnesia difensiva (gol genoano di Rudolf). Ma se all'Olimpico le cose non vanno poi così malaccio, la vera sfida sarà ora in trasferta, dove i giallorossi hanno raccolto 'zero', perdendo tre volte su tre. A Parma, nel prossimi anticipo domenicale delle 12.30, l'ardua sentenza.

Pastore continua ad illuminare d'immenso il Palermo, che serve un poker in faccia al Bologna. L'argentino, sempre più 'gallina dalle uova d'oro di Zamparini (che si sfrega le mani e lo venderà a peso d'oro… massiccio), apre il match con un tiro settebellezze all'incrocio dei pali e innesca la cavalcata rosanero, cui partecipano i talenti sloveni Ilicic e Bacinovic e il cileno Pinilla. A partita già segnata, l'inutile ma sempre puntuale rete di Di Vaio.

Cresce a vista d'occhio la Juve, che dà continuità ad altri risultati 'forti' come i pareggi di Manchester in Europa League e San Siro con l'Inter in campionato. Piove sul Lecce all'Olimpico (4-0) e splende il sole su Del Neri, che si gode sulla destra l'immenso Krasic di questi tempi, applaude la prima rete di Aquilani e assiste alla fine di un record, quello di Boniperti. La storia la riscrive capitan Del Piero, che segna il gol n.178 ed eguaglia il 'presidentissimo' fra i top scorer bianconeri.

Mastica amaro l'ambizioso Napoli, capolista mancato malgrado gli 'special' di Cavani siano sempre accesi. Il sesto squillo dell'uruguagio (che nel finale si mangia però il pallone dell'1-2) non fa rima con vittoria. La classifica resta importante, le ambizioni intatte e la trasferta, va detto, era su un campo infido. Punto equo e da non disprezzare, anche perché il Catania (di Gomez il gol del pari) ha giocato bene e creato molto, fermato più volte dai voli portentosi di De Sanctis. Lunedì sera c'è Napoli-Milan nel posticipo: più che un banco di prova, è un esame di laurea. Sia per Mazzarri che per Allegri.

Dopo l'ira serba, riapre le porte il Ferraris e riaccende i motori la Samp, che passa dall'inferno al paradiso nel giro di due minuti. Fiorentina avanti con Marchionni dopo 6', nave viola a galla fino all'80', poi il naufragio. Pari di Ziegler, palla al centro, raddoppio di Cassano. Goduria massima per i blucerchiati, gancio in piena faccia per Mihajlovic, la cui panchina non appare più solida. Senza i Della Valle al timone, con la Fiorentina malinconicamente ultima in classifica, Sinisa sarebbe già disoccupato. La sensazione invece è che per il tecnico serbo ci sia ancora una spiaggia, forse l'ultima, e sarà la sfida del Franchi di sabato prossimo contro il Bari.

Probabilmente meritava di vincere, un pareggio le sarebbe stato stretto, e invece ci ha lasciato le penne. E' la foto del Brescia, affondato al Rigamonti da una capocciata di Corradi, entrato una manciata di minuti prima al posto del 'tanque' Denis. Così va il calcio. L'Udinese centra il secondo successo di fila, rivede la luce in fondo al tunnel e non è più fanalino di coda della serie A. Tutte belle notizie per Guidolin, che ora può guardare al futuro con rinnovate speranze.

Pareggio che fa poche grinze quello del 'Manuzzi' tra Cesena e Parma. A Bogdani risponde Zaccardo e la posta in palio viene equamente divisa. Meglio i bianconeri nel primo tempo, ripresa a tinte soprattutto gialloblù. Detto questo, se la classifica dei romagnoli (reduci da tre ko di fila) è oltremodo dignitosa, quella degli emiliani langue paurosamente. Un dato: senza il suicidio della Fiorentina a Genova nei minuti finali, il Parma sarebbe ultimo. E' invece penultimo, il che cambia davvero poco: Marino dovrà fare gli straordinari e lavorare duro perché proseguendo su questa strada, si finisce male.