Il libro
“Assunta e Alessandro”, sono la mamma e il papà di Alberto Asor Rosa. Il libro è il prosieguo de “L’alba di un mondo nuovo”, il suo primo romanzo, del 2002, in cui racconta i suoi anni infantili. Questa volta narra le vicende dei suoi genitori. Alle origini di entrambi, come uno strano gioco del destino, c’è una nascita illegittima. Il padre di Assunta era stato abbandonato ad Ancona e, in base alla leggenda familiare, doveva essere il frutto dell’amore di una nobildonna e di un ufficiale austriaco. Infatti, Assunta ha la pelle bianchissima ed era bella, alta, sottile ed elegantissima. Alessandro invece, ferroviere, sarebbe il nipote di “un signore bolognese, Giuseppe Rosa, suo nonno, che intorno al 1820 sembra avesse voluto riconoscere un figlio naturale e, per distinguerlo da quelli legittimi, avesse preposto al proprio cognome il suo contrario. Da qui Asor Rosa”. Ecco spiegato il palindromo del suo nome, già notato da Eugenio Montale. II racconto della vita di Assunta e Alessandro si ferma al 1946, con il referendum tra Monarchia e Repubblica . Sullo sfondo la Storia dell’Italia di quegli anni. “Raccontare la vita della gente comune, la ‘polvere degli umili’ negli ingranaggi della Storia, è il compito principale che il romanzo moderno si è dato”, è questo il pensiero di Asor Rosa.
Cenni Biografici
Alberto Asor Rosa, critico letterario e studioso di letteratura italiana, è stato docente ordinario all’Università “La Sapienza” di Roma dal 1972 al 2003. Curatore per Einaudi della monumentale “Letteratura italiana”, è autori di vari saggi politici, tra cui “L’ultimo paradosso” e “Il grande silenzio. Dal 2006 guida in Toscana un Coordinamento ambientalista, attivo nella difesa del territorio e del paesaggio.