>>> Ultras serbi in azione (foto)
"La partita è stata chiusa definitivamente dall'arbitro (lo scozzese Craig Thomson, ndr), dopo il secondo lancio di fumogeni perchè ha detto che non riteneva più garantita la sicurezza dei giocatori in campo". Lo ha spiegato Antonello Valentini, direttore generale della Federcalcio, ai microfoni Rai. "Ora la palla passa al delegato Uefa che dovrà fare il suo rapporto" ha aggiunto. Italia-Serbia è stata sospesa dopo sei minuti di gioco per un nuovo lancio di fumogeni in campo da parte degli ultrà ospiti.
Il nuovo lancio di fumogeni è stato prima in campo, verso la porta della squadra serba rischiando di colpire il numero 1 Zeljko Brkic, sfiorato alla gamba dal fuoco, poi di nuovo verso la gradinata nord. L'arbitro ha sospeso la gara, ha chiamato a sé il delegato Uefa, i responsabili delle due federazioni e i capitani. Dai gesti, è sembrato chiaro aver messo un punto definitivo alla partita.
I circa 1.600 ultras della Serbia erano confinati nel settore ospiti, in una vera e propria 'gabbia' da dove, a dieci minuti dal fischio di inizio partita, è cominciato un lancio di fumogeni prima verso l'adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell'Italia. Il lancio è proseguito verso il campo, nonostante l'intervento dei vigili del fuoco, ed é stato accompagnato anche dall'esplosione di una bomba carta. L'intervento della polizia, in tenuta antisommossa. Agenti della Digos hanno anche cercato di convincere a scendere e tornare seduti una decina di ultras, che hanno sollevato la rete della 'gabbia' e si sono appollaiati sulla recinzione. Dalla gradinata nord sono partiti cori razzisti contro gli zingari.
Diversi fermi tra i tifosi serbi
Le forze dell'ordine hanno eseguito diversi fermi di tifosi della Serbia mentre entravano allo stadio. Almeno tre supporter, visibilmente ubriachi, sono stati fermati subito oltre i cancelli e messi sotto sorveglianza. Un'ora prima della gara, i carabinieri hanno fermato un serbo per violenza e resistenza. In via Venti Settembre, nel cuore della città, ha lanciato tondini di ferro contro i militari di un battaglione schierato per mantenere l'ordine pubblico. Quando é stato avvicinato dai militari ha cercato di aggredirli e colpirli.
Assalto e minacce ultras, Stoikovic non gioca
Non c'era il portiere titolare Vladimir Stoikovic: è stato lo stesso giocatore a chiedere di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall'albergo e avevano tentato l'assalto al pullman della squadra.