Insegnare italiano, non solo attraverso la grammatica, ma anche sviluppando il rapporto tra lingua e cultura. Spiegare la storia con un metodo sperimentale e con un approccio multidisciplinare. Trattare il Novecento da ''medici, facendo anamnesi e autopsie'' e mettendo da parte le ideologie. E, infine, dare piu' importanza ai fondamenti della matematica piuttosto che agli esercizi, senza tralasciare lo studio della statistica. Sono questi alcuni ''consigli'' che studiosi e accademici hanno rivolto oggi a dirigenti scolastici e insegnanti durante un convegno alla Luiss sul tema ''Nuovi licei: l'avventura della conoscenza'', promosso dalla Fondazione per la scuola - Compagnia di San Paolo.
''Le scuole - ha affermato la presidente della Fondazione, Anna Maria Poggi - hanno bisogno di essere accompagnate nel percorso di riforma, perche' non ci sono piu' programmi ministeriali, ma solo indicazioni''. E consigli su come mettere in pratica queste indicazioni sono arrivati, tra gli altri, da esperti in matematica, italiano, storia e scienze.
''Nei nuovi licei - ha detto il linguista Gian Luigi Beccaria - per fortuna la lingua italiana trova spazio sufficiente. Ma al di la' della grammatica, auspico che in classe sia piu' sviluppato il rapporto tra lingua e cultura, per agganciare di piu' i ragazzi alla realta'''. Secondo Beccaria non bisogna inoltre dare ''un orientamento professionalizzante'' alla scuola e ai licei; si' invece a ''una formazione generalizzante''.
Francesco Cavalli Sforza, figlio e collaboratore del genetista Gian Luigi, ha suggerito l'applicazione del metodo sperimentale allo studio della storia e l'introduzione dello studio dell'evoluzione umana come disciplina. Lo storico Walter Barberis ha messo in guardia da ''un uso politico della storia del Novecento: la storia - ha detto - e' una procedura critica in cui la memoria e' una pura componente, ma tutte le dimostrazioni e interpretazioni devono essere fondate su prove documentali. Dobbiamo trattare la storia come un medico, facendo anamnesi e autopsie, non attraverso ideologie''.
Per quanto riguarda infine la matematica: stop al mero esercizio matematico, ''la cui risoluzione - ha sottolineato il matematico Tommaso Ruggeri - si puo' trovare facilmente su internet. E' piu' importante insegnare ai ragazzi i fondamenti della materia'', combinandoli con lo studio della statistica, oggi ''fondamentale''.