Sul fronte del lavoro e' la Campania la Regione italiana in cui si registra la situazione piu' critica: i disoccupati e gli sfiduciati superano il 20%. Lo rileva la Cgia di Mestre secondo la quale in Campania, la disoccupazione reale e' al 20,1% (5,8 punti in piu' rispetto al dato ufficiale calcolato dall'Istat), in Puglia al 17,5% (+4), in Calabria al 17,3% (+5,7) e in Sicilia al 16,8% (+1,8). Nel Mezzogiorno il dato medio si attesta al 17,2%. A livello nazionale, invece, si colloca al 10,2%: quasi 2 punti in piu' rispetto al dato Istat. Per la Cgia l'esercito dei disoccupati reali e' composto da oltre 2.621.000 persone: ben 528.592 in piu' rispetto al numero calcolato ufficialmente dall'Istat.
Secondo il segretario Cgia, Giuseppe Bortolussi "sebbene il numero degli inattivi presenti nel nostro Paese sia rimasto pressocché stabile negli ultimi decenni, dall'avvento della crisi ad oggi, coloro che hanno deciso di non cercare più attivamente un lavoro sono cresciuti in maniera molto decisa". Negli ultimi 2 anni sono fuoriuscite dalla categoria delle forze di lavoro oltre 528.500 persone che, di conseguenza, non vengono più classificate come occupate o in cerca di occupazione. "Ciò significa - spiega Bortolussi - che il tasso di disoccupazione calcolato dalle statistiche ufficiali é attualmente inferiore a quello reale. Pertanto, alla luce del forte aumento degli scoraggiati, abbiamo stimato un nuovo indicatore: il tasso di marginalità dal lavoro, inteso come sommatoria dei disoccupati e di quel forte numero di sconfortati cresciuto proprio in questo ultimo periodo". Il risultato fa esplodere la disoccupazione reale presente nel Mezzogiorno: +3,7 punti rispetto al dato medio ufficiale; con punte del +5,8 in Campania; del +5,7 in Calabria e del +5 in Abruzzo. Nel Centro Nord, invece, i differenziali tra le due medie sono invece molto contenuti. "L'esercito dei nuovi scoraggiati - conclude Bortolussi - si concentra prevalentemente al Sud. Tra le oltre 528.500 persone che in questi ultimi 2 anni di profonda crisi hanno deciso di non cercare più un lavoro, oltre il 61% del totale risiede nelle regioni del Mezzogiorno. E' evidente che una gran parte di queste persone è andata ad alimentare l'abusivismo e il lavoro nero con gravi ripercussioni per quelle aziende che, nonostante le difficoltà economiche, sono rimaste in attività".