Non è solo l'alluvione del fiume Indo a devastare il Pakistan dove le violenze e gli attentati sono all'ordine del giorno. Le bombe scoppiano vicino alle stazioni di polizia, alle cerimonie e nelle scuole causando la morte di tanti civili, tra cui donne e bambini. Il 23 settembre scorso sono saltate in aria ad opera dei talebani pachistani per l'ennesima volta due scuole per bambine nel nord-ovest del Paese, vicino a Peshawar (quattrocento nella provincia le scuole distrutte dal 2003). Gli estremisti colpiscono le scuole per privare le donne dell'istruzione, spiegano le autorità locali.
Il 3 settembre scorso, due giorni dopo essere stati inseriti dagli Usa nella lista nera dei gruppi terroristici, i talebani pachistani del gruppo Tehreek- e-Taliban hanno rivendicato l'attentato a Quetta (53 morti,197 feriti) nel sud- ovest del Paese e minacciato un attacco all'America e all'Europa. "Ci vendicheremo dei raid con i droni. Obama e i suoi alleati sono nostri nemici, hanno paura di noi", ha detto al telefono un comandante talebano. Oltre 3.600 persone sono state uccise in tre anni in quasi 400 attentati nel Paese.
E anche bin Laden, il leader di al Qaeda, è intervenuto sulla crisi del Pakistan. Il terrorista, in una nuova veste umanitaria, in due messaggi audio nel giro di 24 ore, ha chiesto ai Paesi musulmani più aiuti per il Pakistan devastato dalle alluvioni. Bin Laden ha invitato i Paesi musulmani perchè aiutino le vittime e accusato alcuni Paesi arabi e musulmani di non essersi mobilitati adeguatamente, puntando il dito in particolare sugli Stati del Golfo, la Malesia e la Turchia.
Per il presidente degli Stati Uniti, la rete terroristica di Al Qaeda è un cancro che uccide il Pakistan dall'interno Barack Obama, presentando nel marzo 2009 la nuova strategia degli Stati Uniti in Afghanistan e Pakistan, aveva sottolineato che il confine tra i due Paesi è "la zona più pericolosa del mondo per gli americani". Da allora c'è stata una escalation di raid Nato in Pakistan con l'utilizzo di droni (aerei senza pilota) per colpire i terroristi, una strategia che alcune volte comporta errori. Ed è storia recentissima il fatto che Islamabad, per ritorsione, abbia interrotto i rifornimenti diretti alle truppe Isaf in Afghanistan.