Assemblea parlamentare dell'Osce


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A dieci anni dalla Convenzione dell’Onu contro il crimine organizzato

Intervista a Riccardo Migliori, capo della delegazione italiana

L’on. Riccardo Migliori è uno dei vice-presidenti dell’Assemblea Parlamentare dell’Osce, nonché capo della delegazione italiana in seno alla stessa. A Palermo, quindi, è lui a fare gli onori di casa.

“Siamo a Palermo – dice a Televideo – perché dieci anni fa le Nazioni Unite si riunirono proprio qui e stilarono il famoso protocollo contro la grande criminalità organizzata, che poi fu esteso a tutte le nazioni e che da Kofi Annan fu definito “una pietra miliare per la lotta alle mafie”. Quindi ci è sembrato doveroso celebrare questo decennale nel capoluogo siciliano. In tutto il mondo ci sono iniziative di riflessione e di aggiornamento su questo atto, una si è svolta a New York all’Onu, una si terrà a Vienna, dov’è la sede dell’Untoc, lo strumento delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato. Dopo 10 anni faremo un consuntivo su come i parlamenti abbiano applicato la carta di Palermo.

Per l’Italia una bella vetrina.
“Certamente, non a caso ci sarà il ministro dell’Interno, soprattutto per sottolineare i risultati ottenuti nell’ultimo anno contro la mafia, la ndrangheta e la camorra”. A livello pratico, in cosa consiste lì’attività dell’Osce? “Cito Kofi Annan di 10 anni fa: < Il crimine riesce a superare con facilità le frontiere, la legge non fa altrettanto. Il nostro sforzo è quello di aggiornare la legislazione per la sicurezza in tutta l’area dei 56 paesi dell’Osce, perché se le leggi sono simili, non contraddittorie, riusciamo a rispondere meglio alla sfida della criminalità organizzata, se invece c’ disomogeneità e contraddittorietà, allora per i criminali è più facile operare e diventa difficile la lotta degli stati di diritto>. In pratica l’Osce cerca di armonizzare le legislazioni dei paesi membri. Inoltre fa monitoraggio elettorale e anche attività sanitaria”.

L’ultima giornata è dedicata al traffico degli esseri umani, che è un fenomeno planetario forse fino ad ora sottovalutato.
“Fu proprio la carta di Palermo ad innovare, anche terminologicamente (traffiking, ndr) la lotta a questo tipo di reato, che fu definito per la prima volta. Da allora sono nate le legislazioni nazionali contro il traffico di esseri umani. A Palermo sono presenti anche le Ong che, soprattutto nei Balcani, conducono una battaglia quotidiana contro la tratta”. Come mai fino a 2 anni fa l’Italia non aveva avuto posizioni di rilievo all’interno dell’Osce? “In questi ultimi tempi si è creata una situazione più favorevole, anche perché la delegazione italiana è molto compatta, nonostante ci siano parlamentari di tutti gli orientamenti politici. Inoltre c’è una maggiore attenzione del Parlamento italiano nei confronti di questa organizzazione”.

Come è finanziata l’Osce?
“Ogni paese partecipa per una quota stabilita, l’Italia a livello di assemblea parlamentare interviene per il 10%”.

(M. I.)