Nell'immondizia 480 euro al mese


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L'Italia degli sperperi

Ogni anno finisce nella pattumiera il 37% dei prodotti freschi acquistati, come latte, uova, carne, mozzarelle e simili m

L'Italia e' il Paese degli sperperi alimentari. Ogni famiglia del nostro Paese fa registrare sprechi sulla spesa alimentare, nella media nazionale, di 480 euro al mese. Ma lo spreco annuale di cibo a famiglia calcolato e' pari a 396 euro (33 euro al mese), una cifra che sale fino a 515 euro l'anno se si sommano i 50 euro di alimenti che finiscono in pattumiera solo a Natale, i 20 euro a Capodanno, i 38 euro a Pasqua e gli 11 euro nelle feste generiche tra compleanni o party di Carnevale. Insomma, dallo scaffale del supermarket, al frigo alla pattumiera, il percorso della nostra spesa spesso e' senza via d'uscita a tavola.

Nell'immondizia finisce cosi' il 37% dei prodotti freschi acquistati dagli italiani, prodotti come latte, uova, carne, mozzarelle e simili, che non arriva mai nei piatti, pari al 9% della spesa alimentare affrontata nell'arco dei 12 mesi da un nucleo familiare del Bel Paese. Per questo "i consumatori preferiscono prodotti con scadenze piu' lunghe. E le catene di distribuzione potrebbero, quindi, vendere quelli 'in scadenza' al 50%" sottolinea Legambiente che nel numero di ottobre del suo mensile "La nuova Ecologia" anticipa i dati di un'indagine condotta dall'Associazione nazionale per la difesa dei consumatori (Adoc).

Ma perche' tanto spreco di cibo? Secondo l'indagine, i motivi per cui in Italia si butta nell'immondizia tanto cibo fresco sono dovuti all'eccesso di acquisti generici nel 36% dei casi, a prodotti scaduti o andati a male (25%), all'eccesso di acquisti per offerte speciali (24%), a novita' non gradite (8%), a prodotti non necessari (7%). Ma il fenomeno non e' solo italiano. Tanto che il Parlamento europeo lancera', il 28 ottobre prossimo, la prima edizione delle Giornate europee contro lo spreco. E la Commissione Ue punta gia' ad un obiettivo: dare un taglio del 50% entro il 2025 allo sperpero di alimenti.Un obiettivo non privo di fondamento visto che, riferisce l'indagine, tra i paesi Ue solo l'Italia getta nell'immondizia una quantita' di cibo che potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari per l'intero anno di tre quarti della popolazione. "L'Italia perde lungo la filiera tanto cibo quanto quello che ogni anno consuma un paese come la Spagna" sottolinea l'indagine pubblicata dal periodico di Legambiente. Da queste premesse, nasce il progetto "Un anno contro lo spreco 2010" per indagare e spiegare gli sperperi, ma soprattutto per imparare a ridurli.

Si tratta di un articolato cartellone di iniziative che trovera' il suo clou proprio in questo mese con le "Giornate europee contro lo spreco", di scena fra Bruxelles e Bologna. E' un progetto promosso dalla Facolta' di Agraria di Bologna e da "Last minute market", con il coordinamento tecnico-scientifico della Conferenza dei presidi delle Facolta' di Agraria e il patrocinio del Parlamento europeo, Commissione Agricoltura e sviluppo rurale.

E proprio il presidente della Commissione, Paolo De Castro, si propone di inserire i temi dello spreco nell'agenda delle priorita' della Commissione europea. L'obiettivo della mobilitazione e' ridurre di almeno il 50% della quantita' di sprechi lungo tutta la filiera alimentare, coinvolgendo agricoltori, sistema distributivo e quello di commercializzazione. E poi la riduzione, entro il 2025, di almeno il 50% degli sprechi alimentari a livello globale, sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

Ma siccome non sprechiamo solo il cibo, il progetto, focalizzato nel 2010 sulle risorse agroalimentari, si occupera' nei prossimi anni anche di energia e acqua. Intanto a Bologna, sabato 30 ottobre andranno in scena i "pranzi contro lo spreco", ai quali sono invitati tutti i cittadini. E proprio in quell'occasione sara' presentato il libro nero dello spreco in Italia e verra' assegnato il premio "Non sprecare". E mentre l'Italia inizia a guardare con piu' attenzione a cosa ha in frigo prima di fare una nuova spesa, Londra fa registrare gia' la sua prima manifestazione contro lo spreco di cibo.

Tristam Stuart, autore del libro denucia "Waste", ha infatti promosso a Trafalgar Square una cena antispreco. Ma, cene e grandi progetti a parte, risparmiare si puo'. In soli 9 punti, infatti, la Legambiente traccia il vademecum per portare piu' cibo in tavola e meno in pattumiera. A cominciare da fare la spesa sempre lo stesso giorno della settimana, a scegliere prodotti in offerta se saranno realmente utilizzati, fino ad acquistare meno e piu' spesso cio' di cui si ha bisogno. Quindi riutilizzare con creativita' gli avanzi o congelarli, usare borse frigo per portare a casa prodotti freschi o ben surgelati, peferire frutta e verdure locali, acquistare cibi di stagione e comprare i prodotti freschi poco prima di rientrare a casa. E ancora.

Riporre i diversi tipi di frutta separatamente in sacchi di carta invece che nelle buste di plastica. Tutti 'trucchi' per far durare di piu' il fresco acquistato per la settimana. "Lo spreco e' la lucida follia del tempo contemporaneo. E' la protervia dell'uomo opulento che non distingue piu' tra necessita' e capriccio, tra essere e apparire. Ma lo spreco e' anche il perno di un modello di sviluppo fondato solo su criteri quantitativi: piu' produzione, piu' consumi, piu' benessere" tuona Antonio Galdo, autore del libro "Non sprecare" (ed. Einaudi) che ha portato anche su internet la sua battaglia contro gli sprechi, dedicandole il sito www.nonsprecare.it.