Da Nord a Sud superata la capienza limite


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Carceri, è sovraffollamento record

Il 30% finisce in cella per furti e rapine, sono il doppio degli omicidi m

Sovraffollamento record nelle carceri italiane. Il numero dei detenuti ha toccato quota 68.749, sfiorando cifre mai registrate nella storia penitenziaria dell'Italia. Non c'e' una regione, da Nord a Sud del Belpaese, che esca indenne dal fenomeno: nelle oltre 200 carceri italiane, e' stata abbondantemente superata la capienza regolamentare.

Dai sindacati di settore, arriva l'ennesimo grido d'allarme per una situazione che appare sempre di piu' una bomba a orologeria, tra tensioni e proteste in cella, evasioni, aggressioni frequenti agli agenti di polizia penitenziaria in servizio. L'eccesso di presenze, e' del 53,3% rispetto alla capienza prevista. Cifre che crescono di giorno in giorno, se si pensa che il 20 settembre scorso, la Uil Pa penitenziari rilevava che i detenuti avevano raggiunto le 68.340 presenze.

In testa, nella top ten delle regioni d'Italia dove le celle scoppiano, c'e' l'Emilia Romagna, con un indice di affollamento dell'85,7% (4.444 detenuti presenti contro una capienza prevista di 2.393 unita'). Seguono la Puglia con un indice dell'80,9% e il Veneto con il 71,6. A 'respirare' e' invece la Serdegna, che a fronte di una capienza di 1.970 detenuti ne contava qualche giorno fa, 2.368 (+20,2%).

Meno affollate anche le carceri del Molise (481 detenuti per 354 posti previsti) e Lazio (6.345 a fronte di 4.614 posti). E negli istituti di Trentino Alto-Adige (48,8% l'indice di affollamento) e della Basilicata (46,3%) si sta piu' stretti che in quelli della Campania (39,5%).

Ma a portare la maglia nera dell'istituto dove si sta piu' stretti, e' il carcere di Caltagirone (Catania), dove a fronte di una capienza regolamentare di 75 persone, si trovano ora in 302: qui l'indice di sovraffollamento e' del 302,6%. Seguono il carcere di Mistretta (Messina) con il 175%, Lametia Terme (Catanzaro) con il 173% Piazza Armerina (Enna) con il 160% e Busto Arsizio (Varese) con 158%. Dati diffusi nel dettaglio dalla Uil penitenziari.

Una situazione arrivata ormai al limite, come fa notare il segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece: "Un numero di detenuti mai raggiunto prima, carenze organiche di poliziotti gravissime (oltre 6mila e 500 agenti in meno) - spiega- e gravi eventi critici ogni giorno (primi tra tutti i suicidi di detenuti e le aggressioni agli agenti). Nel gennaio scorso il Ministro Alfano, in un incontro con i sindacati, aveva parlato della previsione di edificare 18 nuove carceri, di cui 10 'flessibili' (di prima accoglienza o destinate a detenuti con pene lievi), di 47 nuovi padiglioni affiancati a strutture carcerarie gia' esistenti e dell'assunzione di 2mila nuovi agenti di polizia penitenziaria in tempi rapidissimi".

Di fatto, pero', fa notare Capece, "non si e' ancora visto nulla di concreto. Ne' nuove assunzioni, ne' nuove carceri, ne' una nuova politica della pena. Ecco perche' il Sappe ha chiesto un confronto urgente con il Ministro della Giustizia Angelino Alfano su questi temi.

Ma qual'e' l'identikit dei detenuti che 'abitano' le nostre carceri, e per quali motivi finiscono in cella? La maggior parte, quasi il 30%, e' dietro le sbarre per aver commesso reati contro il patrimonio: furti, rapine, truffe ed episodi di riciclaggio, ricettazione, estorsione e usura. Lo dice l'elaborazione del Centro studi di 'Ristretti Orizzonti' (sui dati forniti dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria), che ha stilato una classifica sui reati piu' commessi dal 2006 a oggi.

In cima alla 'black list', ci sono dunque i reati contro il patrimonio (29%), che nel quadriennio preso in esame sono stati oltre 342mila; al secondo posto, i reati riguardanti la violazione della legge sulle armi (16,8%), nel dettaglio 192.762 casi commessi dal 2006 al 2010. Molto 'gettonati' anche lo spaccio e l'uso di stupefacenti, i reati contro la persona, dall'omicidio alle lesioni, fino ai casi di omissione di soccorso, ingiuria e diffamazione: il 15% e' finito in cella per questi delitti.

Piu' in fondo alla classifica, trovano posto i reati contro la fede pubblica (4,1%), contro la pubblica amministrazione (3,4), amministrazione della giustizia (2,9%), associazione mafiosa (2,7%). In totale, dal 2006 a oggi, i reati commessi da chi e' finito dietro le sbarre sono stati 1.127.316.

E se la 'classifica' di Ristretti Orizzonti svela il volto dei detenuti, in base alla tipologia di reato commesso, l'ultimo rilevamento del Dap (aggiornato al 31 agosto scorso) sulla situazione nelle carceri italiane, metteva in luce la posizione giuridica in cui si trovavano gli allora 68.345 detenuti (poche centinaia in meno del numero attuale). Ebbene, secondo le ultime statistiche, dei quasi 69mila reclusi, poco piu' di 37mila hanno avuto una condanna definitiva, 14.724 sono ancora in attesa del primo giudizio, 7962 sono imputati appellanti, 4978 i ricorrenti, 1704 quelli con piu' reati a carico.

E ancora, sono 1830 gli internati, e 71 i detenuti che si trovano in una situazione ancora transitoria (ovvero, quei soggetti per i quali e' momentaneamente impossibile inserire nell'archivio informatico lo stato giuridico, in quanto non sono ancora disponibili tutti gli atti ufficiali necessari). Nel dettaglio, i condannati all'interno delle Case di reclusione, sono circa 9400, contro gli oltre 27.500 delle Case circondariali e i 163 degli Istituti per le misure di sicurezza. Gli imputati, in attesa di condanna definitiva, delle Case di reclusione sono 1542 contro i 27.720 delle Case circondariali e i 106 degli Istituti per le misure di sicurezza.

A rendere ancora piu' critiche le precarie condizioni portate dal sovraffollamento, i detenuti stranieri. Quasi 25mila, secondo le statistiche del Dap: di questi, la meta' ha avuto una condanna definitiva, 5.785 e' in attesa del primo giudizio e 12.368 e' ancora nella condizione di imputato. E' la Lombardia a ospitare il maggior numero di detenuti stranieri nei suoi istituti (4039), seguita da Piemonte (2514), Lazio (2391), Toscana (2349) e Emilia Romagna (2269). Mentre in casi come il Molise e la Basilicata, superano di poco le 80 unita'.

Il 51,5% (12.868), quindi oltre la meta', proviene dai Paesi dell'Africa, molti dei quali dal Marocco (oltre 5200) e dalla Tunisia (oltre 3100). Predominano anche nazionalita' europee, che caratterizzano il 37,22% della popolazione straniera dietro le sbarre: su 9298, circa la meta' e' cittadino Ue, 2908 (11,64%) viene dall'Albania, un migliaio dai Paesi dell'Ex Jugoslavia e 648 da altri Paesi d'Europa. In minoranza invece gli asiatici (5,23% sul totale) e gli americani (5,94%) quasi tutti del Sud America.