L'obesita' avanza anche in Italia? In giro si vedono sempre piu' taglie XL, indossate da adulti e baby-oversize? Tutta colpa delle citta' in cui viviamo: fanno ingrassare. Parola di esperta. Maria Gabriella Gentile, direttore del Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale Niguarda di Milano, punta il dito contro le metropoli 'obesogene'. Citta' 'a parco zero', dove le piste ciclabili sono un miraggio.
Risultato: "Si va in macchina anche all'ufficio postale sotto casa. E i figli si abituano fin da piccoli a stare seduti 24 ore su 24 e a non camminare, perche' di occasioni per fare un po' di movimento la citta' ne offre sempre di meno. Muoversi in bicicletta o a piedi e' impossibile", accusa la specialista oggi a Milano durante la presentazione della ventesima edizione delle Giornate di nutrizione clinica. Nelle citta' di oggi "non c'e' un ambiente che invita all'attivita' fisica - incalza - C'e' solo stress che viene sedato con il cibo, bambini vittime della noia che passano giornate intere soli davanti alla tv, con i genitori al lavoro e pacchetti di patatine o merendine come unica compagnia". Fra le grandi citta' Gentile salva solo Venezia: "Provate a fare una passeggiata fra le calli e i vicoli del centro: di obesi neanche l'ombra. Perche' i cittadini sono costretti a camminare".
I sindaci e in generale le istituzioni, prosegue l'esperta, "dovrebbero investire di piu' su questi aspetti. Perche' le spese legate all'obesita' sono altissime. Questi pazienti sviluppano un numero altissimo di patologie correlate, dal diabete alle malattie cardiovascolari. E le spese per il Servizio sanitario nazionale schizzano alle stelle. Forse sarebbe meglio investire in prevenzione. Il risparmio sarebbe assicurato". Piu' ciclabili, meno farmaci e bisturi.
La preoccupazione dell'esperta e' legata ai numeri. Negli ambulatori del centro che dirige, ogni settimana vengono seguiti 200 pazienti obesi in terapia. E il fatto che ci siano sempre piu' bambini nel 'partito degli oversize' "non fa ben sperare per il futuro. Per la prima volta i figli avranno una speranza di vita piu' breve dei loro padri, proprio per via dell'obesita' precoce".
Le cure sono complesse e abbinano incontri di gruppo e terapie psicologiche alla rieducazione alimentare. Obiettivo: riportare in equilibrio il rapporto fra quanto si consuma e quanto viene incamerato con il cibo. Ovviamente con percorsi tagliati su misura. Al ritmo di 3 chili al mese, si puo' arrivare a perderne anche 60. Anche perche', "nel 99% dei casi che vediamo, la causa dell'obesita' non e' una disfunzione. Non possiamo sottovalutare il fatto che l'apparato digerente e il cervello sono strettamente collegati", sottolinea Gentile. E dimagrire significa anche curare lo stress e l'ansia che portano ad abbuffarsi.
I pazienti oversize sono in aumento in Italia, le taglie XXL rappresentano ormai il 2-3% della popolazione adulta. E, in parallelo, "proliferano le cure fai-da-te e le proposte di terapie miracolose senza alcun fondamento scientifico", avverte Gentile. "Se 20 anni fa c'erano i digiuni impossibili o i farmaci a base di anfetamine, oggi l'industria della dieta propone 'ricette magiche', come quelle basate sulla teoria che i chili in piu' sono frutto di intolleranze alimentari. Ma non esistono intolleranze alimentari che fanno aumentare di peso. Semmai succede il contrario", conclude la specialista.