''Sto bene, sono tranquillo. Io sono una persona tranquilla e serena, certo, da ieri un po' meno'': il direttore di Libero Maurizio Belpietro, è tornato così a parlare dopo l'agguato subito ieri sera a Milano.
Belpietro ha ripercorso la vicenda e ha ribadito che il suo caposcorta gli ha salvato la vita rischiando la sua, visto che l' aggressore gli ha puntato addosso la pistola, che poi si e' inceppata.
Dopo quello che è accaduto però, Belpietro non ha intenzione di modificare il suo lavoro. ''Non cambio il mio lavoro. Non l'ho cambiato neanche stamattina - ha spiegato -. Ho fatto le cose che faccio sempre, il mio programma tv, la riunione di redazione e oggi pomeriggio scriverò per raccontare cosa è successo e cosa penso''.
Ha però ammesso che ''ora c'è più preoccupazione. Io - ha spiegato - sono un semplice cronista che fa il suo lavoro, ma sono preoccupato per la mia famiglia''. Ora la scorta di Belpietro è stata rafforzata. ''Ho visto qualche persona in più - ha confermato - e ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà da tutte le parti politiche e moltissimi dai lettori''.
MARONI: EPISODIO GRAVISSIMO
"Ho chiamato Maurizio Belpietro per esprimergli la mia totale solidarietà, sono episodi brutti che dovrebbero essere evitati". Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni commenta la vicenda ancora oscura che ha coinvolto il direttore di 'Libero', Maurizio Belpietro. Maroni sottolinea che certi episodi "sono anche suscitati da alcune affermazioni e attacchi personali che non devono avere spazio nel dibattito e nel confronto democratico. Il rispetto delle opinioni altrui è un principio fondamentale che troppo spesso viene dimenticato da chi pensa che per la lotta politica sia utilizzabile la violenza".
E ha aggiunto: "Quella dell'ordine pubblico è una situazione che stiamo attentamente monitorando. Quest'ultimo gravissimo episodio ha rischiato di produrre una vittima, ma ci sono stati altri episodi nei giorni precedenti. Per questo la nostra attenzione è al massimo perché non succedano cose che abbiamo gia' visto anni fa e non vogliamo che si ripetano".
CONDANNA UNANIME DELL'AGGUATO
Solidarietà dalle forze di opposizione per Belpietro, direttore di Libero, sfuggito a un agguato.Per Bersani (Pd), "la violenza è sempre da condannare". Finocchiaro (Pd) stigmatizza la "violenza contro chi fa informazione, minaccia per la democrazia". Casini (Udc) chiede di "abbassare i toni dello scontro". Rutelli (Api) richiama tutti "all'unità contro l'esasperazione nella lotta politica".
In una nota Orlando (IdV) "condanna questo gravissimo gesto confermando il sostegno alla libertà d'informazione". Ma aggiunge: "La gravità di quanto accaduto ci impone di ignorare le ignobili provocazioni di Cicchitto".
"Solidarietà, non solo istituzionale, a Maurizio Belpietro, perché nulla può consentire non certo di giustificare ma nemmeno di minimizzare o ignorare un episodio gravissimo e inquietante quale quello che lo ha coinvolto". E' quanto dichiara il presidente della Camera Fini.
Solidarietà dal presidente del Senato Schifani: "Si tratta - ha detto - di un gesto intollerabile che deve essere condannato senza se e senza ma".
"Nessuno cerchi alibi: quanto accaduto a danno di Belpietro è insopportabile". Lo dice Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, che aggiunge: "c'è da mesi un clima che rischia di farci precipitare in una situazione che speravamo di non dover più affrontare". Solidarietà da Siddi, segretario della Fnsi: "E' intollerabile e molto grave la terribile minaccia a mano armata subita dal direttore di Libero". E la presidente dell'Ordine della Lombardia Gonzales condanna "l'ennesimo episodio di intimidazione per un giornalista". Il Cdr di Libero parla del "frutto di un'ideologia di violenza e odio".
APERTA INCHIESTA PER TENTATO OMICIDIO, INVESTIGATORI VAGLIANO IDENTIKIT
La procura di Milano ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per tentato omicidio ai danni dell'agente della scorta che ieri sera ha sorpreso all'interno del palazzo dove abita il direttore di Libero Maurizio Belpietro, un uomo armato di pistola. L'uomo prima di fuggire ha puntato l'arma contro l'agente, il quale ha sparato alcuni colpi a scopo intimidatorio.
Nell'inchiesta, coordinata dall'ex procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici e dal Pm Grazia Pradella, è ipotizzato anche il reato di detenzione e porto abusivo di armi. In procura è stata consegnata la relazione della Digos e in queste ore gli investigatori stanno lavorando sull'identikit dell'aggressore che dovrebbe essere pronto nelle prossime ore. Al momento non si è potuto stabilire se l'arma puntata verso il caposcorta di Maurizio Belpietro fosse un'arma giocattolo o una vera, il cui modello è comunque uguale a quello in dotazione alle forze dell'ordine.