Il Brasile alle urne


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Poche chances per gli sfidanti

Serra e Silva puntano al ballottaggio h

Quando i militari presero il potere, nel 1964, José Serra è il leader dell’Unione nazionale Studenti, e per questo viene condannato all’esilio, che trascorre prima in Cile e poi negli Usa. Laureato in economia, nel 1978 torna in Brasile e fonda il partito socialdemocratico. La sua carriera politica lo vede eletto deputato, poi senatore, fin dal 1986. Durante il governo Cardoso, da ministro della Sanità, promuove con successo una campagna per la diffusione dei farmaci generici, a vantaggio delle fasce meno abbienti della popolazione. In anni recenti, è stato sindaco di Sao Paulo, quindi governatore dello Stato omonimo.

Analfabeta fino all’età di 16 anni, Marina Silva è la vera sorpresa delle elezioni. Candidata dai Verdi, è stata l’agguerritissimo ministro dell’Ambiente dei due governi Lula. Sue le battaglie contro le multinazionali, a difesa del polmone verde dell’Amazzonia. Ha lasciato l’incarico e il Pt, in cui militava, nel 2008, in seguito a insanabili divergenze politiche.

Gli altri 7 candidati vengono dati dai sondaggi al di sotto dell’1%. Sono il democristiano José Maria Eymael; Plínio Soares, indipendente fuoriuscito dal Pt; Ivan Pinheiro, comunista; José Levy Fidelix, laburista ex alleato di Lula; Zé Maria, di estrema sinistra, e Rui Costa Pimenta, di estrema sinistra.