Pericolo in Australia per gli alberi di eucalipto, ma a salvarli ci pensano gli incendi. Da un'analisi effettuata sullo stato di queste piante, simbolo 'naturale' del Continente, è emerso come il segreto per salvarli dalla morte stia forse in una teoria radicale di più di 40 anni fa. Secondo uno studio, riportato anche da 'New Scientist', gli alberi di gomma stanno morendo senza un motivo evidente: dalle foreste dell'Australia occidentale a quelle dell'isola della Tasmania, gli alberi che dovrebbero avere una vita di circa 400 anni sono 'misteriosamente' morti prima di raggiungere il loro 100esimo compleanno.
Uno strano comportamento che ha subito allertato ambientalisti e studiosi in quanto, come ha affermato Dugald Close, ecologo vegetale presso l'università di Tasmania, "i vecchi alberi sono come una specie di chiave di volta, supportano una quantità sproporzionata di specie viventi, sia animali sia vegetali". L'oscurità della causa ha riacceso l'attenzione su una teoria radicale, proposta nel 1968 da William Jackson della University of Tasmania, basata sulla frequenza degli incendi naturali. Secondo l'ecologo a un certo numero di incendi corrisponde un certo tipo di vegetazione: incendi molto frequenti favoriscono la crescita di prati, un numero 'intermedio' sostiene la foresta di eucalipti, mentre combustioni molto assidue producono un ecosistema soprannominato 'foresta pluviale a secco', per la sua somiglianza strutturale con quella tropicale classica. La logica di Jackson è abbastanza semplice: senza un regolare numero di incendi, le foreste di Eucalipto sono destinate a morire. Anche se l'idea può sembrare 'assurda', al momento rispecchia ciò che sta avvenendo in Australia oggi dove, in alcune parti della costa meridionale, non si riscontrano incendi boschivi da almeno 90 anni. Con queste mancanze, spiegano i ricercatori, altri alberi stanno 'avendo la meglio' sugli eucalipti, come i She-oaks (Allocasuarina) e la menta piperita (Agonis flexuosa) all'interno del Yalgorup National Park.