Adolescenti soli


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La crisi comincia a scuola

Dalle attenzioni delle elementari, alla solitudine di medie e soprattutto superiori. I ragazzi si trovano all'improvviso senza più l'ausilio dei genitori. E comincia la crisi d

Dalle attenzioni delle elementari, alla solitudine di medie e soprattutto superiori. "Circa 1.500.000 di adolescenti italiani rischia di ritrovarsi all'improvviso da solo il pomeriggio, ad affrontare il nuovo anno scolastico, compiti compresi. E di andare in crisi". Parola di Italo Farnetani, pediatra e docente dell'Università di Milano-Bicocca, che mette in guardia contro i rischi da solitudine eccessiva per i giovanissimi.

"Se infatti di solito i genitori con bimbi alle elementari o anche alle medie si industriano, magari cercando aiuto sul web, per aiutare i figli a fare i compiti - spiega Farnetani- via via che questi crescono si tende a pensare che ormai siano abbastanza grandi per farcela da soli. Ma è sbagliato". E la prova arriva anche dai risultati finali. "Il numero dei bocciati il primo anno delle superiori triplica rispetto a quello delle medie", ricorda il pediatra.

"Si può stimare che, dei circa 4.500.000 alunni di medie e superiori, 1.100.000 sia figlio unico. E che 1.500.000 di adolescenti il pomeriggio restino soli in casa - dice ancora il pediatra - Ebbene, un consiglio generale è quello di non lasciare mai i ragazzi da soli a studiare. Perchè anche a 14-16 anni possono avere dubbi, problemi, incertezze, delusioni e paure. Oggi poi gli insegnanti 'partono' a razzo con verifiche, prove d'ingresso e interrogazioni, dunque non bisogna sottovalutare questi elementi. In genere pero' la capacità di autogestione che hanno gli adolescenti, soprattutto nel periodo delle superiori, è tale che, quando i genitori lavorano, i figli vengono lasciati soli in casa senza troppi problemi".

Una soluzione che puo' rivelarsi controproducente, specie nelle fasi di passaggio da medie a liceo. In questo caso una risorsa "potrebbero essere ancora una volta i nonni, figure ai quali gli adolescenti sono sempre molto legati, che possono rappresentare una presenza viva in casa mentre l'alunno studia", dice Farnetani.

"Il loro compito è quello di 'fare compagnia' anche stando in un'altra stanza, preparare la merenda, e naturalmente aiutare se i ragazzi lo richiedono - raccomanda il pediatra - Combattere la solitudine è un intervento semplice ed efficace. E puo' rivelarsi molto utile per aiutare gli studenti ad adattarsi al nuovo impegno scolastico senza troppi traumi".