''E' mio dovere essere il presidente di tutti'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Giffoni Film Festival ai ragazzi che gli hanno chiesto come si conciliano le convinzioni personali e di partito con il ruolo di garante imparziale. ''Non c'e' nessun trucco'' ha risposto Napolitano spiegando che dopo cinquant'anni di ''politica schierata'' gli e' capitato, inaspettatamente, di fare quest'altra cosa, come gia' nel 1992, il presidente della Camera dei deputati. ''Gia' allora mi era chiaro che dovevo essere imparziale, dovevo far rispettare le stesse regole a tutti, a maggioranza e opposizione. Lo stesso al Quirinale. Il potere del presidente della Repubblica e' stato definito 'un potere neutro' gia' nell'800''. Rispetto alle convinzioni ideali, Napolitano ha detto che ''gli ideali rimangono, ma possono essere rivisti. Le esperienze contano, conta vedere come si sono realizzati con la politica. Sposare il programma di un partito politico - ha aggiunto - e' un'altra cosa''. La politica, ha detto, ''e' anche gara, competizione, non dovrebbe mai essere contrapposizione totale. Tutti i presidenti della Repubblica hanno avuto un passato politico in cui erano schierati. Ma c'e' un tempo in cui gareggiare e un altro tempo in cui essere garanti''.
"In politica ci vuole moralità"
''Bisogna costruire qualcosa di simile al clima di grande slancio che c'era nel 1945, dopo la guerra. Si era molto motivati. Occorre un rilancio morale e ideale della politica, che è ricerca delle soluzioni possibili ma richiede preparazione e moralità", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo alle domande dei ragazzi al Giffoni Film Festival.
"Per il cinema italiano torna la stagione dell'impegno"
"I miei film preferiti? Tantissimi. Citerò solo 'Roma citta' apertà quello che più mi ha impressionato e il meraviglioso 'Vincitori e vinti' sul processo di Norimberga. Ma vedo anche film di giovani registi italiani che segnano il ritorno al cinema di impegno civile e politico. L'ultimo che ho visto è '20 sigarette' su Nassiriya del regista Aureliano Amadei. E' un film di impegno civile, di impegno nazionale, di alta moralità", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Giffoni Film Festival. "Il cinema italiano è diventato famoso nel mondo proprio come cinema impegnato. L'impegno ha avuto varie forme. Ad esempio si è realizzato anche nella commedia all'italiana che ora si vuole rivalutare", ha aggiunto il presidente della Repubblica raccontando le impressioni avute durante l'ultima visita al Festival di Venezia e sottolineando che il film su Nassiriya è una storia vera raccontata dal protagonista, sopravvissuto alla strage in cui sono morti 19 italiani, dalla quale è uscito "azzoppato, mezzo sordo, in preda ancora ad attacchi di panico" ma con la voglia di raccontare in prima persona quel che era successo. "Credo - ha concluso -si possa parlare di nuovo di cinema impegnato".
"Giffoni Film Festival è un esempio positivo"
Parole di elogio sono state rivolte dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, agli organizzatori del Giffoni Film Festival, festival internazionale del cinema per ragazzi, "qualcosa di irripetibile e fecondissimo". Il capo dello stato, dopo aver assistito alla proiezione di un video che ha raccontato i 40 anni di storia del festival, ha sottolineato che Giffoni rappresenta "un esempio di come si possa investire sulla cultura per far crescere il territorio e la coscienza civile dei giovani". Poi, rivolgendosi all'ideatore e direttore artistico del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi, Napolitano ha aggiunto: "Grazie a nome dell'Italia".
Scuola: "Più investimenti e incoraggiare il merito"
"Alla scuola bisogna assicurare più investimenti. Nella scuola bisogna incoraggiare il merito se non si fa questo, se non si investe nella cultura spesso è per miopia, perché si guarda alle urgenze e non al futuro", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo alle domande dei ragazzi al Giffoni Film Festival. "Bisogna investire di più nella cultura. L'ho detto più volte, non posso prescrivere al governo come e quanto deve investire", ha aggiunto.