Roma, incendio in una baracca


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Rogo in campo rom: muore un bambino

Grave il fratellino di 3 mesi. Accidentali le cause n

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Un bambino di tre anni è morto a causa di un incendio scoppiato in una baracca in un campo nomadi di Roma. Ustionati anche una donna e un neonato di 3 mesi. Il campo nomadi si trova sulla direttrice Roma-Fiumicino, all'altezza di Parco dei Medici, in via Morselli. I vigili del fuoco sono arrivati verso l'una e trenta nel campo nomadi con quattro mezzi, allertati perché un incendio era esploso nel campo e si era sviluppato in quattro baracche. Nel momento in cui hanno concluso le operazioni di spegnimento, i vigili del fuoco hanno trovato, in una delle baracche, il corpo del bambino.

Il neonato è stato portato all'ospedale San Camillo, dove è ricoverato in gravi condizioni. Il piccolo, a quanto si è appreso dai carabinieri, sarebbe il fratellino del bimbo di 3 anni morto carbonizzato.

I genitori dei bambini sono stati accompagnati da un'ambulanza del 118 all'ospedale Sant'Eugenio. A quanto si è appreso avrebbero riportato ustioni di lieve entità. Il neonato dall'ospedale San Camillo è stato invece trasferito al policlinico Gemelli. Pur essendo grave non sarebbe in pericolo di vita. Indagini sono in corso da parte dei carabinieri e dei vigili del fuoco per stabilire le cause dell'incendio divampato all'interno del campo nomadi Muratella, cause che al momento rimangono "imprecisate".

Carbonizzato nel lettino
Il cadavere del bimbo di tre anni, Mario, è stato trovato carbonizzato nel suo lettino. Ciò che rimane delle quattro baracche distrutte nell'incendio è un mucchio di cenere dove si distinguono soltanto le reti dei materassi, un passeggino bruciacchiato e qualche straccio. I genitori di Mario, di 23 e 21 anni, si erano trasferiti nell'insediamento romano da circa un mese e venivano da Brescia. Gli abitanti del campo hanno riferito che il padre dei due bambini si guadagna da vivere raccattando e vendendo ferro.

L'incendio è divampato all'1.30 e gli otto abitanti delle quattro baracche, distrutte in venti minuti dalle fiamme molto alte, hanno tentato invano di spegnere il fuoco gettando secchiate d'acqua, dopo aver dato l'allarme a carabinieri e vigili del fuoco.


Cause accidentali
Sono accidentali le cause che hanno provocato la scorsa notte l'incendio nel campo nomadi abusivo della capitale e la morte di un bimbo di tre anni. Gli investigatori hanno infatti escluso le cause dolose. Bisognerà però aspettare la conclusione dei rilievi da parte dei carabinieri della stazione Torrino nord e del Nucleo Investigativo di via In Selci e del Nucleo Investigativo Antincendio dei vigili del fuoco. Tra le ipotesi più probabili è che il rogo sia stato appiccato da una candela lasciata accesa o da una sigaretta spenta male; viene invece esclusa quella di un pentolino lasciato su un fornelletto.

Centinaia di romeni in 40 baracche
L'insediamento abusivo di via Morselli è a poca distanza dal campo nomadi della Muratella, a circa un paio di chilometri. In via Morselli vivono centinaia di romeni in una quarantina di baracche. I carabinieri e il nucleo investigativo dei vigili del fuoco sono impegnati per i rilievi; i vigili urbani hanno isolato l'area per evitare che curiosi e fotoreporter possano avvinarsi.

Delegato del Comune, aiuteremo la famiglia
"Voglio esprimere il mio cordoglio alla famiglia del bimbo morto la scorsa notte. Speriamo che i familiari riescano a superare questo choc e daremo loro tutto l'aiuto e il supporto di cui avranno bisogno. Mi auguro che tutto questo non accada più". Lo ha detto il delegato per i Rom del Comune di Roma Najo Aszovic parlando della morte di Mario, 3 anni, carbonizzato durante un incendio divampato nel campo rom abusivo in via Morselli, a Roma, nella zona periferica della Magliana. Aszovic, che sta andando sul luogo della tragedia per rendersi conto di ciò che è accaduto e delle condizioni in cui vivono gli altri abitanti del campo, ha ricordato che il campo nomadi di via Morselli "é un campo abusivo, già sgomberato dal Comune di Roma".


Abitanti in nuove strutture
"Le ruspe smantelleranno nelle prossime ore le baracche del campo abusivo mentre arriveranno dei pullman che daranno assistenza alle famiglie di romeni che abitavano l'insediamento per una sistemazione alloggiativa temporanea nelle strutture del Comune da oggi. Sono già pronte". Lo ha detto il delegato capitolino del sindaco alla sicurezza, Giorgio Ciardi, giunto all'insediamento abusivo alla periferia di Roma dove questa notte un bimbo è morto carbonizzato a causa di un incendio. All'interno del campo gli abitanti cominciano già a mobilitarsi per portare via le proprie cose e salire a breve sui pullman che li porteranno alle nuove strutture. Sul posto, a coordinare le operazioni di sgombero, ci sono gli agenti della polizia municipale dell'ufficio operativo per gli insediamenti nomadi, guidati da Antonio Di Maggio.

Alemanno, grave lutto per la città
"La morte atroce di un bambino romeno di tre anni è un grave lutto che colpisce la nostra città. Sono i terribili rischi e i drammi che si vivono negli accampamenti abusivi che da troppi anni esistono a Roma". Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno commentando la tragedia costata la vita a un bimbo rom di 3 anni nel campo nomadi di via Morselli, a Roma, nella zona periferica della Magliana. "Questo dimostra - prosegue Alemanno - che bisogna andare avanti rapidamente sul nostro piano nomadi che nella sua piena realizzazione prevede lo sgombero di tutti i campi abusivi per portare coloro che non hanno residenze fisse all'interno di campi autorizzati pienamente controllati sul piano della legalità, della sicurezza e della vivibilità. Rifletta chi ci lancia accuse di deportazioni quando sgomberiamo accampamenti abusivi per trasferire nomadi e baraccati dentro campi regolari e strutture di accoglienza".

Campo in area privata nato 5 anni fa
I primi abitanti dell'insediamento rom abusivo a Roma, nella zona periferica della Magliana, dove la scorsa notte un bimbo di tre anni è morto carbonizzato a causa di un incendio, hanno cominciato a popolare il campo cinque anni fa con poche baracche. L'area immersa nel verde, attualmente popolata da 80 romeni che vivono in 30 baracche, è in una proprietà privata non ancore messa in sicurezza ed era stata parzialmente sgomberata e ripulita un anno fa. Le baracche, tutte piccole e di legno, sono costruite con pezzi di mobili, tavole e specchi. Da alcune di queste spunta anche qualche antenna. All'esterno delle costruzioni di fortuna ci sono materassi e poltrone impolverati e ovunque pezzi di mattoni rotti. All'interno vivono nuclei familiari di tre o quattro persone, tra cui diversi giovani e bimbi. La maggior parte degli abitanti dice di guadagnarsi da vivere raccattando il ferro o elemosinando ai semafori.