di Dario Moricone
Suoni, colori, musica che rimbalza per le mura di palazzi rinascimentali, siamo a Ferrara nella settimana in cui la città estense si trasforma nella capitale italiana degli artisti di strada. Il Ferrara Buskers festival prende vita dal 21 al 29 agosto concludendo idealmente l’estate a ritmo di musica e di folle giocoleria.
Con i suoi 800.000 spettatori è uno dei più grandi del mondo. Ad animarlo quest’anno oltre 1.000 artisti tra invitati e accreditati, con un occhio particolare rivolto alla nazione ospite, la Francia che nel settore vanta un’antica tradizione.
Un festival quindi in salsa francese nelle parole del suo inventore Stefano Bottoni. Insegnante d'arte, fabbro per tradizione familiare, Bottoni nel lontano 1986 ha la visione di portare i buskers a esibirsi per le strade della sua città. "In quegli anni gli artisti ambulanti, erano molto mal visti. Chi viveva esibendosi in strada era considerato alla stregua dei medicanti e degli ubriaconi. Ricordo - dice Bottoni - negli anni '80 sotto la cattedrale di Ferrara, due ragazze che suonavano il flauto per un pubblico che si era radunato ad ascoltarle estasiato. I vigili arrivarono all'improvviso, fermarono il concerto e le portarono via tra le proteste della gente, applicando un regio decreto del 1936 che puniva severamente chi veniva trovato a suonare all'aperto senza autorizzazione".
Da quel giorno il sogno di Bottoni diventa anche quello di una città che con lungimiranza ha saputo creare uno spazio per i buskers. Un modello di successo che a distanza di 23 anni da quella prima edizione si è diffuso in tutta la penisola con oltre 200 festival dedicati agli artisti ambulanti.
"Mi piace pensare alla mia città - dice Stefano Bottoni - come a uno zoo artistico nel quale i visitatori si aggirano, curiosando e conoscendo artisti da tutto il mondo in un'attività che abbatta le barriere tra il musicista e il suo pubblico".
Inoltre la strada è un’alternativa affascinante per chi inizia a fare musica e vuole proporre la sua arte anche fuori dagli schemi classici. Paolo Borghi, un artigiano che si costruisce gli strumenti da sé, porta tra i vicoli il suono dell’Hang, una percussione melodica inventata da due svizzeri. “In strada ho trovato lo stimolo giusto per migliorarmi. Per un autodidatta come me, il confronto con le persone è stato importante”. I festival sono l'occasione migliore per suonare, evitando i problemi della burocrazia e dei permessi, “oggi esibirsi in strada in Italia - dice Borghi - non è semplice, bisogna districarsi tra le varie ordinanze comunali che regolano questo mestiere. Le prime volte mi sedevo e iniziavo a suonare, poi arrivavano i vigili e mi cacciavano perché non avevo i permessi. Così mi armavo di pazienza e di città in città chiedevo tutte le autorizzazioni del caso”.
Per i pesaresi Cialtrontrio fare musica in strada non è una cosa complicata. “Arriviamo con i nostri strumenti, di solito non chiediamo permessi e iniziamo a suonare – dice Mirco Tonelli – facciamo swing, musica che va dai primi del ‘900 fino agli anni ’50 e facciamo divertire un po’ tutti dalle persone anziane ai ragazzini”.
Il Buskers festival offre agli artisti invitati vitto, alloggio e il viaggio, il resto lo fanno la bravura e la capacità di riempire il cappello a fine spettacolo. "Ci sono artisti che pur di partecipare si sono mossi dall'Australia - ricorda il direttore artistico Stefano Bottoni - tra le strade durante i giorni del festival si aggirano imprenditori musicali e talent scout. La nostra manifestazione resta una vetrina molto importante, per non parlare del fatto che i musicisti si conoscono, si scambiano contatti oltre ad esibirsi davanti a un grande pubblico". Giovanni Sessa uno dei veterani al festival con i Manzella quartet afferma che “di strada se ne è stata fatta tanta in Italia. Diciannove anni fa, quando ho iniziato a suonare, i grandi festival erano solo due: Pelago e Ferrara. Oggi sono centinaia e se uno si dà da fare può girare ovunque esibendosi”.
I Manzella quartet sono stati eletti dal pubblico l'anno scorso come gruppo preferito e ritornano quest'anno per esibirsi con i loro strambi strumenti: si va dal bidone del gasolio all'asta per le tende di casa.
Venerdì 20 agosto a Comacchio andrà invece in scena l’anteprima. Un’impaziente visione, una sbirciata dietro le quinte, una anticipazione ghiottissima sui protagonisti della nuova edizione del festival. Da tre anni a questa parte l’evento si è anche ingrandito in quanto ospita non più solo una selezione degli artisti ospiti della manifestazione ferrarese, ma tutti i 20 gruppi ufficiali che costituiscono, dal punto di vista qualitativo, il piatto forte dell’evento.