Il Premier russo, Vladimir Putin, ha co-pilotato un aereo sulla regione di Ryazan, a sud di Mosca, per dare il suo contributo all'opera per lo spegnimento degli incendi che da giorni devastano il paese, e, probabilmente, anche risalire nei sondaggi che lo vedono sempre più in difficoltà, insieme al Presidente, Dmitry Medvedev.
La missione del Premier a bordo dell'aereo anfibio Be-200 è durata solo 30 minuti, il tempo di fare due diversi pieni d'acqua (12 tonnellate ognuno, precisa il suo ufficio stampa) sul fiume Oka e riversare il carico su una vicina foresta in fiamme, uno dei 557 incendi ancora attivi in Russia.
E ricorda analoghe photo-op che lo hanno visto come protagonista in questi anni, a partire dal suo arrivo nella Cecenia afflitta dalla guerra, poco prima delle elezioni presidenziali del 2000, a bordo di un caccia Su-27, fino alla cavalcata a torso nudo, pantaloni militari e occhiali a specchio, della scorsa estate nella regione siberiana di Tuva, quando si esibì anche in alcune bracciate a delfino, due anni prima, nella stessa regione, era anche comparso di fronte ai fotografi, insieme al principe Alberto di Monaco, in tenute simili ma durante una partita di pesca. Se all'inizio della missione anti incendi, peraltro risolutiva per i roghi presi di mira (''lo abbiamo centrato'', esclama il Premier), Putin era seduto nella cabina passeggeri, insieme al capo della Protezione civile russa, Sergei Shoigu, e al governatore di Ryazan, Oleg Kovalev, subito dopo il decollo dell'aereo, uno dei pochissimi impegnati in questi giorni in queste missioni, non ha resistito e si e' trasferito nella cabina di pilotaggio, dove ha preso il posto vacante del co-pilota.
Da questa posizione, ha anche avvistato un altro incendio, vicino a due villaggi, in tempo per lanciare l'allarme e risolvere anche questa crisi.Proprio oggi, il quotidiano Vedemosti pubblicava il risultato di un sondaggio condotto dall'istituto Fom, secondo cui il consenso per Putin e' crollato, dallo scorso gennaio, dal 69 per cento al 61 per cento (per Medvedev dal 62 per cento al 52 per cento). Un'altra ricerca diffusa oggi, condotta dall'istituto di ricerca Wziom, segnala per Putin un indice di popolarita' del 47 per cento (era 53 all'inizio di gennaio) e per Medvedev del 44 per cento (53 per cento a gennaio).
Il Premier ha puntato il dito contro i governatori locali attribuendo loro la responsabilita' della catastrofe e, oggi, contro il sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov che ha incontrato al suo ''puntuale'', come ha ironizzato, ritorno dalle vacanze. I roghi che hanno colpito la Russia potrebbero arrivare a costare al paese 15 miliardi di dollari (circa 11 miliardi di euro), una cifra equivalente all'un per cento del prodotto interno lordo, ha calcolato il quotidiano economico 'Kommersant'.
Le buone notizie arrivano dall'ennesima catastrofe sfiorata, oltre che dalla concentrazione di monossido di carbonio registrata a Mosca, solo 1,4 volte la soglia di guardia, molto meno degli ultimi giorni (sabato era di 6,6 volte superiore): i pompieri sono riusciti a domare le fiamme attorno all'impianto di trattamento e immagazzinamento di rifiuti nucleari di Mayak,vicino alla citta' russa di Ozyorsk. Come ha reso noto Irina Andrianova, portavoce della Protezione civile, mentre un funzionario della RosRao, l'agenzia che sovraintende i 17 siti analoghi a Mayak, assicura che sono tutti al sicuro e che un totale di 300 persone vi lavora a tempo pieno per evitare problemi.
Questa mattina un esperto dell'organizzazione ambientalista Greenpeace, Christoph von Lieven, aveva lanciato l'allarme per la possibile diffusione di materiale radioattivo e aveva sottolineato la pericolosità della situazione a Mayak, già teatro di un grave incidente nel 1957. La compagnia nucleare russa Rosatom ha risposto invitando a non diffondere il panico e ricordato che i siti per lo stoccaggio di materiale radioattivo sono protetti da vari strati di metallo e cemento in grado di fermare le fiamme.
Ma al successo di Mayak si contrappone la situazione nel resto del paese, con 557 incendi ancora in corso, di cui 70 di grande entita'. Ieri sono morti un volontario contro gli incendi e un soldato impegnato a spegnere le fiamme attorno al centro nucleare di Sarov, nella regione di Nizhni Novgorod, portando il numero totale delle vittime dirette delle fiamme a 54. I diversi incendi hanno ormai bruciato 7.600 chilometri quadrati di territorio, un'area pari a dieci volte quella della città di New York.
Secondo le autorità, dalla settimana scorsa si sono sviluppati 26mila incendi in tutta la Russia e attualmente sono in fiamme 1700 chilometri quadrati di territorio. I dati ufficiali della Protezione civile denunciano che nelle ultime 24 ore si sono formati 247 nuovi incendi, e oltre 239 sono stati spenti, mentre 557 continuano ad ardere in tutto il Paese.