Continuano a calare le interruzioni volontarie di gravidanza nel nostro paese, anche se aumentano tra le immigrate e si conferma un vero boom tra gli obiettori di coscienza, con più di 7 ginecologi su 10 che si rifiutano di praticare aborti. Sono i dati contenuti nell'ultima relazione del ministro della Salute al Parlamento sull'attuazione della legge 194.
Nel 2009 gli aborti volontari sono stati 116.933, il 3,6% in meno rispetto al 2008 e addirittura la metà rispetto al 'picco' raggiunto nel 1982 (allora furono 234.801 casi).
Si conferma dunque il progressivo calo degli aborti in Italia: Il tasso di abortività (numero delle IVG – interruzioni volontarie di gravidanza - per 1000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l'indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all'IVG, nel 2009 è risultato pari a 8.3 per 1.000, con un decremento del 3.9% rispetto al 2008 (8.7 per 1?000) e un decremento del 51.7% rispetto al 1982 (17.2 per 1?000), con valori, quindi, tra i più bassi di quanto è possibile osservare nel confronto con gli altri paesi industrializzati.
Dal 1983 i tassi di abortività sono diminuiti in tutti i gruppi di età, più marcatamente in quelli centrali. Per quanto riguarda le minorenni, il tasso di abortività nel 2008 è risultato pari a 4.8 per 1?000 (4.8 per 1?000 nel 2007), con valori più elevati nell'Italia settentrionale e centrale.
Come negli anni precedenti, si conferma il minore ricorso all'aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell'Europa Occidentale. La quasi totalità degli interventi ormai avviene in day hospital con degenze inferiori ad 1 giorno (92.6% dei casi) e l'isterosuzione, in particolare la metodica secondo Karman, rappresenta la tecnica più utilizzata (85.8%), comportando rischi minori di complicanze per la salute della donna. Permane elevato (87.6%) il ricorso all'anestesia generale per espletare l'intervento.
La percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva è risultata pari al 26.9% , come nel 2006 e 2007. Le percentuali corrispondenti per nazionalità sono 21.6% per le italiane e 37.4% per le straniere (21.5% e 37.2%, rispettivamente, nel 2007).
Ma se cala il ricorso all'aborto tra le italiane, continua ad aumentare tra le immigrate: nel 2008 il fenomeno riguardava il 33.0% del totale delle IVG, mentre, nel 1998, tale percentuale era del 10.1%.
Va però segnalato, si legge nel rapporto, che negli ultimi 3 anni si è osservata una tendenza alla stabilizzazione con valori assoluti intorno ai 40000 casi.
Per approfondire la tematica, nel 2005-2006 l'ISS ha condotto un'indagine che mette bene in evidenza come anche per le straniere il ricorso all'aborto rappresenti, nella maggioranza dei casi, una estrema ratio, in seguito al fallimento dei metodi impiegati per la procreazione responsabile, anche a causa delle scarse conoscenze generali della fisiologia della riproduzione e a quelle specifiche riguardo l'impiego corretto di metodi per la procreazione responsabile.
Si conferma intanto il boom degli obiettori di coscienza: a livello nazionale, per i ginecologi si passa dal 58.7% del 2005, al 69.2% del 2006, al 70.5% del 2007 e al 71.5% del 2008; per gli anestesisti, nello stesso intervallo temporale, dal 45.7% al 52.6%; per il personale non medico, dal 38.6% al 43.3%.
La tendenza, nel tempo, alla diminuzione dei tempi di attesa tra il rilascio della certificazione e l'intervento, e il contemporaneo aumento della percentuale di personale obiettore, sembrano indicare che il livello dell'obiezione di coscienza non ha una diretta incidenza nel ricorso all'IVG.
Il ricorso al Consultorio Familiare per la documentazione/certificazione rimane ancora basso (38.2%), specialmente al Sud e Isole, anche se leggermente aumentato, in gran parte per il maggior ricorso ad esso da parte delle donne straniere.
Infatti per il 2008 questo dato è risultato 31.3% tra le donne italiane rispetto al 52.4% per le cittadine straniere che ricorrono al Consultorio Familiare, in quanto servizio a bassa soglia di accesso, anche grazie alla presenza della mediatrice culturale. Il numero dei consultori familiari pubblici notificato recentemente dalle Regioni, è stato 2168 e 114 quelli privati; pertanto risultano 0.7 consultori per 20?000 abitanti, come nel 2006 e 2007, valore inferiore a quanto previsto dalla legge 34/1996 (1 ogni 20000 abitanti). Stabile comunque il numero di aborti clandestini: circa 15.000, la maggior parte nell'Italia Meridionale.