Il rapporto di Fleet&Mobility


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Auto, un 2010 in nero

Crollano le immatricolazioni a luglio. Secondo le stime del Centro Studi, il mercato dell'automobile chiuderà il 2010 a -11%. Una crisi non solo italiana, ma europea b

"A dicembre 2010 il mercato auto superera' quota 1.900.000 immatricolazioni (-11 per cento rispetto al 2009)". E' questo, in sintesi, il risultato dell'analisi condotta dal Centro studi Fleet&Mobility sull'andamento del settore automotive. "Nei primi sei mesi dell' anno sono gia' state immatricolate 1.164.000 vetture (+3 per cento vs 2009), eppure gli operatori denunciano da mesi un ritmo di raccolta ordini molto basso - si legge nella nota -. Stando all'analisi del Centro studi, appare lecito stimare che il secondo semestre non superera' le 764mila targhe (nello stesso periodo del 2009 sono state 1.019.000). Questa stima sull'andamento della seconda parte dell'anno (-25 per cento) e' comunque inferiore, e non di poco, al tasso registrato nel secondo trimestre (-16 per cento) di quest'anno, che pure si e' basato sugli ordini raccolti senza gli incentivi. La somma dei due semestri 2010 porta a quota 1.928.000 veicoli immatricolati, -11 per cento vs 2009 in termini di mercato complessivo". Passando all'analisi dei segmenti "emerge un quadro interessante, in quanto le vendite a societa' e a noleggio hanno segnato nel primo semestre un +13 per cento rispetto al 2009". "Queste vendite - fa notare Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet&Mobility - non sono state influenzate dagli incentivi, ma solo dalla crisi (2009) e dai primi segnali di ripresa (2010)". Pertanto, prevedere che nel secondo semestre continuino a crescere a un tasso dell'8 per cento e' una stima prudente, destinata ad essere superata. "Anche perche' - aggiunge del Viscovo - in questo segmento finiscono anche le auto 'km zero', che nel 2009 si erano quasi dimezzate e che adesso stanno tornando a crescere".

Una crisi non solo italiana
La crisi dell'auto non e' solo italiana, ma europea. La fine degli incentivi statali al settore ha fortemente ridimensionato le nuove immatricolazioni anche nei paesi d'Oltralpe. In primis in Spagna, dove a luglio si e' registrata la prima flessione delle vendite dopo 10 mesi consecutivi di rialzi, proprio in concomitanza con il termine degli aiuti governativi per l'acquisto di veicoli, scaduti alla fine di giugno. Di conseguenza, il mercato spagnolo ha segnato nel mese appena concluso una flessione del 24 per cento su base annua, con 82.167 unita' vendute contro le 121.483 di giugno e le 108.221 di luglio 2009. Alla contrazione delle immatricolazioni a Madrid ha contribuito anche l'aumento di due punti dell'Iva. Non va meglio alla Francia, dove a luglio le vendite di automobili sono calate del 12,9 per cento su base tendenziale a quota 169.804 unita'. In particolare il gruppo Fiat ha accusato una diminuzione annua dell'8 per cento delle immatricolazioni in Francia a 6.794 esemplari (-5,1 per cento per il marchio Fiat), un risultato comunque migliore della media dei marchi non francesi (-9,9 per cento).

L'Adoc: calo vendite colpa del caro-benzina e dei costi Rc auto
"In forte calo il mercato dell'auto, le immatricolazioni a luglio sono scese del 26 per cento. Per Adoc tra le cause ci sono il caro benzina e il caro assicurazioni, i cui costi tendono a scoraggiare l'acquisto di auto". Lo dichiara in una nota l'associazione dei consumatori. "Non ci sorprende il calo del settore auto, ad oggi acquistare un automobile e' un lusso che solo pochi possono permettersi - spiega Carlo Pileri, presidente dell'Adoc - non e' solo il costo del veicolo a frenare i consumatori, ma anche tutti i costi accessori e ineluttabili, dalla benzina, rincarata del 18 per cento in un anno, alla polizza Rc auto, dall'inasprimento delle norme di circolazione agli alti costi di gestione dell'automobile. Secondo le nostre stime, ogni automobilista spende oltre 4mila euro l'anno per la gestione della propria auto, tra multe (140 euro), bollo (150 euro), assicurazione (850 euro), carburanti (2.600 euro), parcheggi a pagamento (60 euro) e altri costi di gestione (200 euro)". In particolare "le polizze Rc auto, ad oggi le piu' care d'Europa - osserva Pileri - sono aumentate di circa il 18 per cento negli ultimi 4 anni, portando gli automobilisti italiani a pagare complessivamente 8 miliardi di euro in piu' rispetto ai colleghi europei. Un esborso proibitivo per la maggior parte delle famiglie, soprattutto del Sud Italia". Infine, conclude il numero uno dell'Adoc, "nel conto che deve pagare l'automobilista bisogna aggiungere le 'furbate' dei comuni, che modificano i limiti di velocita', i tempi dei semafori e le zone di sosta a pagamento al solo fine di spellare i cittadini. I consumatori sono esasperati e senza soldi, per questo non si comprano piu' auto".