di Carla Toffoletti
Alle 10.25 del 2 agosto 1980 una bomba nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria fece 85 morti e oltre 200 feriti.
Fu una delle più atroci stragi della storia italiana del secondo dopoguerra. Dopo diversi depistaggi lentamente e con fatica, attraverso una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria il 23 novembre 1995,si giunse alla sentenza definitiva della Corte di Cassa- zione: ergastolo quali esecutori mate- riali per i neofascisti dei NAR Valerio Fioravanti e Francesca Mambro e nel 2007, 30 anni a Luigi Ciavardini. Tutti si sono sempre dichiarati innocenti. Mai scoperti gli eventuali mandanti.
Se da un lato ci sono le sentenze defi- nitive, secondo cui non ci sarebbero dubbi sul fatto che si sia trattato di una strage attuata da elementi dell' estremismo di destra, dall' altro c'è una nuova inchiesta della Procura di Bologna, contro ignoti, che seguendo la scia della commissione Mitrokhin, si muove su piste alternative.
Al centro degli accertamenti ci sono il terrorismo palestinese e due personaggi del terrorismo internazionale: Thomas Kram (terrorista delle "Revolutionaere Zellen",che pernottò a Bologna la notte tra l'1 e il 2 agosto) e l'esperto di esplosivi Carlos,a cui Kram risulta essere legato.
Governo non parteciperà a cerimonia
Oggi, 30ennale della strage alla Stazione di Bologna, il governo non presenzierà alla cerimonia commemorativa. La Russa difende la scelta: i ministri sono stati sempre fischiati. Dunque per la prima volta le istituzioni non ci saranno sul palco del piazzale antistante la stazione, mentre a rappresentare l'esecutivo sarà il prefetto Tranfaglia in una cerimonia alla Sala del Consiglio comunale, alle 8.30.
Alle 9.15 un corteo partirà da Piazza Nettuno verso la Stazione, dove due ragazze nate nel 1980, leggeranno i nomi delle 85 vittime. Alle 10.25, ora della strage, un minuto di silenzio, poi il discorso del presidente dell'associazione familiari delle vittime.
Bolognesi: "Schiaffo all'Italia"
"E' uno schiaffo a tutto il paese"- dice il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, in merito alla decisione del governo di non presenziare alla cerimonia. E' un'offesa per tutta la nazione. E' il comportamento di chi non è in grado di assumersi una responsabilità".
Avevamo fatto di tutto per avere risposte dal governo sul segreto di Stato e sui risarcimenti- insiste Bolognesi- così invece non ce ne saranno."E' un governo in fuga dalle risposte e dalle sue responsabilità - conclude- i fischi non c'entrano niente, e chiunque dica che siamo stati noi a non volere il governo dice il falso".
"Noi avevamo organizzato la manifestazione di quest'anno proprio per tutelare al massimo il possibile ministro che sarebbe venuto alla commemorazione - spiega Bolognesi - una tutela totale: avrebbe parlato in Comune e il confronto con i familiari e con le autorità non sarebbe avvenuto i piazza, proprio per evitare fischi e contestazioni".
"Il problema vero - prosegue- è che il ministro avrebbe dovuto dare delle risposte e non avrebbe più avuto la scusa dei fischi per non dire niente. Fino ad oggi sono tutti venuti a fare promesse che non hanno mantenuto, destra e sinistra. Anche questa volta non avevano risposte da dare".
E' stata fatta giustizia? Siete soddisfatti della sentenza? "Per noi non è completa, mancano i mandanti e gli ispiratori politici e sicuramente, a livello di esecutori, non sono tutti".