Afghanistan


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Su Wikileaks un documento riservato sull’Italia

Nel 2007 Roma invia più truppe, ma chiede riservatezza

Più truppe italiane in Afghanistan? Va bene, ma con discrezione. Questo è il senso politico che si ricava da un documento americano classificato come 'confidential' del 30 maggio 2007 e pubblicato da Wikileaks.

Il 'file' riservato racconta un pezzo di storia recente italiana descrivendo le difficoltà dell'allora premier Romano Prodi - mai nominato direttamente nel dossier Usa - nel dover prendere una decisione difficile come l'aumento delle truppe in Afghanistan essendo alla guida di una coalizione condizionata dalle posizioni pacifiste dell'estrema sinistra di Fausto Bertinotti. Il ministro degli Esteri all'epoca era Massimo D'Alema.

Roma, secondo i documenti, si diceva pronta ad aumentare la sua capacità militare in Afghanistan, ma a patto che l'argomento non fosse trattato pubblicamente. La fonte dell'informativa, si legge nel file, è l'ambasciata americana a Roma.

Nel documento, dal titolo ''Italia pianifica altri contributi all'Isaf - Necessario lavorare con discrezione, ad un livello tecnico'', compaiono i nomi di Gianni Bardini, allora ministro plenipotenziario e responsabile per le problematiche di sicurezza e le questioni NATO della Direzione Generale Affari Politici Multilaterali e Diritti Umani, e di un altro diplomatico, Achille Amerio.

Nel testo i due spiegano che Roma, ''in maniera discreta'', sta già aumentando le proprie capacità militari in Afghanistan. ''Le leggi italiane rendono ardua la donazione di equipaggiamenti militari'' sottolinea Bardini, aggiungendo pero' che ''l'Italia avrebbe trovato un modo''. Inoltre, si legge, ''l'Italia potrebbe annunciare ulteriori contributi nel corso di un incontro tra i ministri della Difesa a Bruxelles''.

La condizione, tuttavia, come ''sottolineato'' dalle fonti italiane, e' che il dibattito sull'invio di militari italiani ''non sia trattato pubblicamente ma solo a un livello tecnico'' a causa ''della sensibilità politica nazionale'' sulla missione Isaf in Afghanistan.

Nella foto: una pagina del sito wikileaks con alcuni documenti pubblicati