L'onda lunga della crisi ferma i consumi, previsti nel 2010 in rialzo appena dello 0,4% e il 68% degli italiani manterrà stabili le spese nei prossimi sei mesi, rinviando le spese su tutto. Si salveranno però le vacanze, irrinunciabli ancora per il 42%.
E' quanto emerge dal rapporto Confcommercio-Censis su consumi e clima di fiducia. In particolare quest'ultimo scende ancora rispetto alla rilevazione di gennaio e raggiunge i minimi da gennaio 2009. Di fronte a una crisi che fa sentire ancora i suoi effetti e a una ripresa ''ancora difficile'', il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli considera positivamente quanto previsto nella manovra correttiva ma chiede anche ''misure urgenti a sostegno delle famiglie, come la riforma fiscale e del federalismo, un percorso progressivo di riduzione tributaria su lavoro e imprese e una politica attenta all'economia dei servizi''. Confcommercio conferma anche le sue stime di un pil allo 0,7% nel 2010 e all'1% il prossimo anno.
Il consumatore tiene intanto il freno tirato - sottolinea il rapporto Censis-Confcommercio - e numerose sono le famiglie che prevedono di posticipare alcune spese programmate, in particolare quelle per ristrutturare l'abitazione (il 17,2%) e quelle per l'acquisto di nuovi elettrodomestici (14%).Egualmente sono numerosi i casi di rinvio di acquisto di mobili per la casa (10,7%), nuove autovetture (9,7%) e moto-scooter (6,4%). Ma alla vacanza non si rinuncia e tiene sulla soglia del 42% la percentuale dei vacanzieri. La tendenza e' comunque di puntare a vacanze brevi (sale al 23,6% la percentuale di chi la sceglie rispetto al 18,1% precedente). Pressoché stabile la percentuale chi non farà nessuna vacanza (58,0% rispetto al 57,3%).
In generale - osserva il rapporto Censis-Confcommercio - gli italiani vanno verso verso un ridimensionamento dello stile di vite che riguarda anche le famiglie con reddito alto. Il 50% degli intervistati con reddito compreso tra 4.000 e 6.000 euro mensili ed il 40% di quelli con oltre 6.000 euro mensili indica di aver intrapreso un percorso di riduzione degli sprechi. Un quarto degli intervistati indica di aver rinunciato a cose essenziali a causa del clima di crisi (era il 17% nella rilevazione effettuata a inizio anno), cosi' come raggiunge il 51% la parte del campione che ha indicato di contrastare la crisi riducendo gli sprechi. In questo contesto di riorganizzazione del budget familiare, il 60,4% ha ridotto i pranzi e le cene fuori casa, il 58,5% ha intensificato gli acquisti di prodotti a marca commerciale, il 56,9% ha diminuito le spese per svago e il 46,7% ha intensificato il ricorso all'hard discount.