Il vino e la vite sono i ‘protagonisti’ della mostra 'Vinum nostrum. Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo antico', allestita, dal 20 luglio, nelle sale del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze.
Ad accogliere i visitatori nell’esposizione che rimarrà aperta fino al 30 aprile sono due opere: il più antico vaso usato dall'uomo per contenere il vino, arrivato appositamente dalla Georgia, e una statua, la 'vecchia ubriaca', copia romana di un originale del secondo secolo a.C., che rappresenta i pericolosi effetti dell'eccessivo consumo di vino. Il vino e la vite vengono narrati e presentati attraverso i 'loro viaggi' reali e spirituali: dalla Mesopotamia alla nostra tavola, da rito di comunione a ebbrezza da evitare, da culto da respingere a porta di accesso alla spiritualità.
Il percorso espositivo racconta, attraverso il vino, duemila anni di storia: il consumo del vino nel mondo antico, la diffusione geografica della coltivazione, le tecniche agricole, la varietà e le caratteristiche genetiche delle uve, la produzione, il trasporto, le adulterazioni.
Si possono così ammirare reperti che mettono in luce l'origine della viticoltura in Asia e in Egitto, i significati simbolici, religiosi e culturali del vino nel mondo ellenico, la produzione e la sua diffusione su ampia scala operata dai Romani, ma anche la storia (vendemmia, conservazione, consumo e commercio) dei vigneti di Pompei. Uno spazio è dedicato poi allo straordinario contributo fornito da Fenici ed Etruschi, che ebbero un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della 'vitis vinifera' nel Mediterraneo.
Inoltre, ad arricchire l'allestimento, ci sono veri e propri modelli funzionanti, exhibit interattivi e dispositivi multimediali.
La mostra è accompagnata da Vinoingiardino, ovvero una serie di 'incontri conviviali' per i visitatori con degustazioni e dibattiti, in programma nel Giardino di Boboli, presso la casa dei Vettii (ricostruzione fedele del giardino della casa pompeiana con limitrofa vigna) e al Giardino di Villa Bardini.
Nelle foto: dall'alto, Frammenti di pittura parietale (Tebe, necropoli di Khokha, circa 1350-1300 a.C.); intonaco dipinto a Ercolano (prima metà del I secolo d.C.); Santa Maria Capua Vetere, coppa a figure nere (540-530 a.C.)