Allerta caldo


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Tutta colpa dell'Anticiclone africano

E' lui il respondabile delle temperature record di questi giorni g

Siamo quasi tutti abituati a sentir parlare di Anticiclone delle Azzorre. E lo abbiamo spesso invocato, perché è grazie a lui che le giornate sono terse e miti. Da qualche giorno a questa parte, invece, ci è toccato fare la conoscenza dell’Anticiclone africano. A sua volta, garantisce belle giornate. Peccato, però, che regali anche temperature record (africane, per l’appunto) e umidità assai elevata. Giornate ( e notti) come quelle che stiamo vivendo di questi tempi, con allarmi per le ondate di calore e riunioni ad alti vertici per decidere piani di emergenza contro l’afa.

In realtà, non è la prima volta che in Italia sperimentiamo gli effetti di quest’area di alta pressione. La cronaca ci racconta di caldo record nell'agosto 1958 (la città più calda Grosseto con + 40,2 °C), nel luglio 1983 (Firenze +43,6 °C), nel giugno 1990 (Firenze +40,4 °C), nel luglio 1998 (Siracusa +44,1 °C), nell’agosto 2003 (Prato +40,5 °C) e nel giugno-luglio 2007 (Bari +45,6 °C, Foggia +47 °C, Pescara +45 °C).

Ma cos’è l'Anticiclone africano e come arriva nel nostro Paese? Si tratta di un'area di alta pressione di natura subtropicale continentale, che interessa in modo pressoché permanente tutta l'Africa settentrionale occupata dal deserto del Sahara, dove garantisce una continua e persistente stabilità atmosferica.

Come ogni area di alta pressione, possiede i suoi meccanismi dinamici che possono portarlo a espandersi verso nord, raggiungendo le coste maghrebine. Quando si forma una lacuna barica iberico-marocchina tra le isole Canarie, il Marocco e la Penisola iberica, si innesca un'ulteriore espansione di questa area di alta pressione verso nord che raggiunge così il bacino del Mediterraneo e l'Europa meridionale, dove spesso può fondersi con l’Anticiclone delle Azzorre.

La risalita verso nord dell'anticiclone subtropicale africano fino al Mediterraneo, determina la formazione di un promontorio di alta pressione, comunemente chiamato anche gobba di cammello. In Italia, questo scenario determina stabilità atmosferica con valori di temperatura molto gradevoli nella stagione invernale, un po' di caldo nelle ore centrali della giornata se questa situazione si verifica nelle mezze stagioni. Molto più complesse sono le conseguenze quando questa configurazione si presenta nella stagione estiva. Le correnti calde provenienti dal Sahara, oltre a portare un sensibile aumento delle temperature oltre la media con valori elevatissimi nelle pianure e nelle valli interne, attraversando il Mediterraneo si caricano di umidità, determinando condizioni di caldo afoso e grosso disagio per tutti i soggetti, con livello di rischio molto elevato soprattutto per bambini e anziani.