PREDATORS

di Sandro Calice

PREDATORS

di Nimród Antal, Usa 2010 (20th Century Fox)
Adrien Brody, Topher Grace, Danny Trejo, Alice Braga, Laurence Fishburne, Walton Goggins, Oleg Taktarov, Louis Ozawa Changchien, Mahershalalhashbaz Ali, Brian Steele
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Una delle più riuscite invenzioni del cinema di fantascienza moderno trova finalmente il sequel che avrebbe dovuto avere nel 1994, quando a un giovane Robert Rodriguez, fresco di esordio con “El Mariachi”, venne chiesto di scrivere la sceneggiatura del secondo episodio di “Predator”, il film del 1987 di John McTiernan con Arnold Schwarzenegger. Oggi Rodriguez si è ritagliato il ruolo di produttore, delegando la regia a Nimròd Antal (“Kontroll”, Vacancy”) e la sceneggiatura a Alex Litvak e Michael Finch. Il risultato è in chiaroscuro.

Un uomo svenuto precipita da un aereo, si sveglia in volo e pochi metri prima dell’impatto con gli alberi il paracadute lo salva dalla morte. Si chiama Royce (Brody), è un mercenario, è armato, e non è solo. Altre persone cadono dal cielo come lui. C’è una tiratrice scelta delle forze speciali israeliane, un serial killer proveniente dal braccio della morte, un trafficante di droga messicano, un membro dello Spetsnaz Alpha Group, le forze speciali russe, un killer della Yakuza giapponese, un membro della squadra della morte della Ruf in Sierra Leone e infine un semplice medico. A parte il dottore, sono tutti predatori, ognuno nel suo genere, incapaci di lavorare in gruppo. Ma Royce, suo malgrado, ne diventa il leader e capisce che in quella giungla sono loro le prede e che dovranno usare tutte le loro abilità per sopravvivere ai più spietati ed efficienti cacciatori che essere umano abbia mai incontrato.

Le premesse sono buone. Un personaggio tra i più amati, con Alien e Terminator, del cinema di genere. Un regista come Rodriguez dal tocco da ottimo artigiano. Attori all’altezza, dal premio Oscar Brody, opportunamente “palestrato”, al carismatico Fishburne, passando per la brava Alice Braga e per l’attore feticcio di Rodriguez, Danny Trejo, uno che basta che ci metta la faccia. La storia, essenziale, replica quella del film primigenio, un gruppo di “super” uomini contro imbattibili alieni in una natura sconosciuta e ostile. Con, ovviamente, alcuni ammodernamenti del caso. L’ombra, però, sta probabilmente nelle troppe “deleghe” che Rodriguez ha dato. La sceneggiatura, innanzitutto, con personaggi non definiti, spunti sprecati, trama spezzettata. La regia, poi. Dove Antal, pur bravo, non riesce a regalarci le uniche due cose che è obbligatorio aspettarsi a vagonate da un film di Rodriguez: ironia e tanta, rumorosa, azione. Il risultato, comunque, è divertente e non da film di serie B.