Ballando per l'acqua

Intervista a Guillermo Mariotto mariotto_296

Venezuelano, una laurea in arte a San Francisco. La moda, in Italia. Poi la tv, “Ballando con le stelle” su Raiuno. E un libro. Un passaggio questo che, potrei dire, quasi scontato per chi si muove nel mondo dello spettacolo. E’ così o no?
[Guillermo sorride] No, no, mi chiamano il “fenomeno”.

Perché?
Perché effettivamente non sono stato creato dal sistema tv regolamentare. Non ho “santi in paradiso”. Infatti, tutti mi dicono “ma tu sei così, ti sei inventato te stesso in quel modo “. Rispondo sempre sì, non ho politici, né raccomandazioni alle spalle. Ho comunque il pubblico.

Però sono modalità espressive tipiche di chi lavora, si trova nel mondo dello spettacolo, perché molto spesso la televisione dà una certa notorietà e di rimbalzo si impiega questa notorietà anche per portare un messaggio a chi segue la tv e poi va anche nelle librerie. Era questo che intendevo per “scontato”.
Come no, in questo caso. Anche perché il messaggio è sempre quello per me: una buona dose di spiritualità.

Tra l’altro il libro si intitola “Ballando sull’acqua”. Qui non puoi contraddirmi e negare che non ci sia un utilizzo del mezzo tv…
Sì, ma io non separo le cose. E’ tutt’uno, la vita. Tutto è collegato. Però da questo punto di vista hai ragione. Scusa non avevo capito.

Questo libro è un dialogo-monologo con te stesso. Perché questa forma letteraria?
E’ un dialogo con il mio “Sé superiore”, dove ti accusi, ti metti a nudo, riconosci meglio le cose come stanno. Almeno, io uso far così.

Una sorta di autoanalisi o un’osservazione introspettiva?
E’ un incontro con te stesso, con quella parte di te che non è la tua personalità, ma il tuo vero “Sé”, il tuo istinto, che non si lascia offuscare dalla personalità.

A questo punto, la domanda che avevo preparato cade. Avevo pensato ti fossi ispirato alla protagonista di “Sex and city”, Kerry….
[Sorride ancora] No, proprio non mi è venuta in mente questa. Il discorso è nato anche dai ragazzi di “Friends for water”, che hanno detto “vogliamo fare questa cosa con delle interviste”, ma non troviamo nessuno che ti possa intervistare come piacerebbe a noi. E allora ho pensato a Jesus de la Cruz, questo alter-ego con cui mi confronto. Perché no, in fondo sono io…. Sta sempre con me…

Però sembra un atteggiamento solipsistico, egocentrico o narcisistico…
No, anzi io mi condanno.

Ma ti fai condannare da te stesso, ti giudichi tu, non ti fai giudicare dagli altri.
Beh, io sono il miglior giudice di me.

Nel libro narri la vita, l’amore, la musica…
Sì, con molti aneddoti. Io ho dovuto affrontare negli ultimi anni uno “tsunami di popolarità” talmente forte, con gente che mi incontra e vuole sapere tutto di me…… Quindi ho detto, bene, mettiamo questa popolarità al servizio di una causa giusta, come quella di “Friends for water”, in sintonia con quello che penso io dell’acqua, come “petrolio nuovo”, il petrolio del futuro. Per questo ho scritto il libro, per ricavare i soldi per sostenere questa causa, portare acqua potabile dove non c’è. Altrimenti non mi sarei mai sognato di scrivere un libro.

Infatti, nella chiusura del libro scrivi “come donare i doni che ci sono toccati in sorte”. “Tutto questo per l’acqua”. E questo è il senso del libro. La tua spiritualità à spontanea, fa parte di te, oppure la stai ancora ricercando, inseguendo?
No, io ho iniziato a 27 anni, dopo che mi ero fatto la casa, la carriera, tutte le cose che mia madre mi chiedeva, mi sono detto “che altro devo fare’”. E l’ho chiesto a mia madre, che mi ha risposto: “Tutto questo lo devi mantenere”. Da lì in poi ho cominciato a cercare, nei libri e da qualsiasi parte arrivassero le risposte. Per questo vivo molto sereno. Sto bene con chiunque e dovunque. Mi do da fare per non vedere la vita brutta, ma bella. Ci sono persone che non sopporto, però ce la metto tutta per far sì che poi diventiamo amici.

Leggo per chiudere la contro-copertina del libro: "La spiritualità, l’incontro con la propria anima è tutto: è ciò che fa sì che la vita abbia un senso. Altrimenti mi sembra la fiera della vanità, dei contorsionisti paillettati, delle tette rifatte, dell’assurdo. Altrimenti la vita è un incubo".
Quando l’ho presentato a Torino alla Fiera del libro, mi hanno chiesto “come fai a conviverci allora”. Li devi amare, ho risposto. Tu sei e io sono, questo ci unisce, non ci divide. Quando appaiono gli aggettivi, c’è la separazione. Io credo nell’unione. Quando si è uniti, tutto fila alla perfezione, quando si è separati c’è solo discordia.

Grazie, Guillermo, sei stato per me, scusa la brutalità, una sorpresa.
Mi leggevi come un mostro?

No.
Io mi ripeto sempre: “Io sono io” e mi rivolgo a Dio e chiedo “Falli ridere tutti, così rido anch’io”. E poi mi butto.

(Egi)


“Friends for water”
è una Onlus nata nel 2005 con l’obiettivo di realizzare progetti idrici per la regione africana del Sahel e per aiutare le comunità dell’area a garantire il più importante dei diritti primari: l’acqua. Molti bambini non sopravvivono, muoiono a 3, 4 anni per l’acqua inquinata. “Friends for water” scava pozzi nel Mali, per portare acqua potabile.