di Juana San Emeterio
BROTHERHOOD
di Nicolo Donato, Danimarca 2009 (Lucky Red)
David Dencik, Morten Holst, Nicolas Holst, Thure Limdhardt.
“Brotherhood” è una difficile storia d’amore ambientata nel mondo neo-nazista in Danimarca. Opera prima del regista italo-danese Nicolo Donato, allievo di Lars Von Trier è stato premiato col Marc'Aurelio d'oro all'ultimo Festival di Roma.
Il protagonista, il biondo Lars, destinato alla carriera militare, lascia l'esercito ed entra a far parte di un gruppo neonazi che organizza raid punitivi contro arabi e omosessuali. L'apprendistato alla "fratellanza" è duro: deve partecipare alle riunioni, studiare l’ideologia e far parte delle spedizioni notturne contro i centri d’accoglienza per stranieri. Durante questo apprendistato Lars viene affiancato dal mentore Jimmy incaricato di testarne l'affidabilità e la preparazione sui testi fondamentali stile Mein Kampf. Lars lascia la famiglia e si trasferisce in un cottage in riva al mare del nord, che deve riparare insieme a Jimmy. Questa casa è sede del movimento guidato da un presidente anziano e da un vice di forte carisma. Durante la convivenza, imprevedibilmente, tra i due scoppia la passione che, comunque, non sembra intaccare le loro convinzioni. L'amore viene vissuto in segreto. Lars vorrebbe scappare ma viene convinto a restare da Jimmy. Alla fine le regole razziste e violente del gruppo metteranno gli amanti di fronte all'inevitabile contraddizione: tradire i "fratelli" di ideologia o tradire l'altro e i propri sentimenti. Qualunque sia la scelta, porterà alla violenza.
“Volevo fare un film su una storia d'amore e l'ho inserito nel contesto neonazista - ha detto il regista - per mostrare come l'amore è più forte di tutto e che non si può dire di no al sentimento perchè prima o poi emergerà, esige rispetto. In quel contesto neonazista in cui l'amore omosessuale non è accettato, in realtà nasce lo stesso'' e spiega che è ispirato da un documentario sull’omosessualità tra i naziskin. “Un loro leader era morto di Aids e si è scoperto che di giorno faceva il neonazista e di sera cercava uomini ad Amburgo”. “Brotherhood” è un film duro, livido e oscuro come le atmosfere nordiche e il look dei protagonisti.Girato quasi come un documentario resta però superficiale quando cerca di raccontare il fascino della cultura 'nazi' sui giovani e soprattutto sui giovanissimi proletari. Il film invece si illumina quando descrive il rapporto amoroso che resta il tema centrale della pellicola. Un pregio ma anche un limite per chi si aspetta una visione critica.