di Marco Rossi
Già prima del Campionato del mondo c’era stata una vittima illustre: l’Irlanda di Trapattoni lasciata a casa da un gol irregolare di Henry convalidato dall’arbitro. La giornata degli ottavi di domenica ha fatto toccare il fondo alla credibilità arbitrale. L’arbitro Larrionda non vede il gol inglese entrato di un braccio nella porta tedesca; il nostro Rosetti concede un gol in nettissimo fuorigioco a Tevez nella partita Argentina-Messico. Forse le partite sarebbero finite ugualmente con le vittorie di Germania e Argentina, ma la credibilità delle direzioni di gara è compromessa come mai negli ultimi tempi.
Tra tanto clamore la Fifa che fa? Si chiude a riccio e resta nella sua torre d’avorio. Il portavoce Laingot commenta: ”E’ sbagliato trasmettere le immagini sui maxischermi. E’ stato un giorno come un altro. Non commentiamo le decisioni arbitrali. E’ stato un errore far vedere al pubblico i maxischermi e vogliamo assicurarci che non succeda più”. Chiusura totale, dunque, a ogni innovazione tecnologica o regolamentare per evitare che le decisioni possano essere messe in discussione. Insomma la pecca non sta nella eccessiva discrezionalità della terna arbitrale ma nel fatto che gli spettatori e i giocatori possano rendersi conto degli errori in tempo reale, conseguenza: vade retro maxischermi.
In altri sport come rugby o football americano l’uso della tecnologia è stato pacificamente accettato da tutti ma nel calcio mondiale c’è un colonnello svizzero che ama vivere nell’infallibilità assimilabile solo a quella del Papa nella Chiesa di Roma. Il suo nome è Joseph Blatter, è il presidente della Fifa e quando sente parlare di moviola in campo metaforicamente mette mano alla pistola.
In ambito Uefa Michel Platini ha almeno iniziato la fase di sperimentazione degli assistenti di porta, ma Sua Maestà Blatter non vuole cambiamenti e un motivo c’è: la discrezionalità significa potere e mantenere il potere degli arbitri e quindi dell’intera organizzazione che sta sopra ai direttori di gara è il massimo che si possa desiderare visto dalla parte di chi siede nella sala dei bottoni.
Intanto molti appassionati avranno rivalutato perfino l’ineffabile Ovrebo che mandò a casa la Fiorentina in Champions: paragonato a Larrionda e Rosetti il norvegese è un fenomeno. Ma non parlate mai a Blatter di chip, sensori, moviole o cinquine arbitrali, rischiereste l’anatema…