Conferenza europea sui comportamenti a rischio


Stampa

Giovani, parliamo di salute

Dopo il 'Be healthy, be yourself' di Bruxelles, per la prima volta in Italia una tre giorni dal titolo 'Salute e benessere dei giovani'. Meloni: 'Colmare la carenza di informazioni'. Coinvolti ragazzi provenienti da tutta Europa v

Disturbi alimentari, diritti per una salute sessuale e riproduttiva, attività motoria nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Questi i temi all'ordine del giorno che verranno affrontati nella prima Conferenza Europea "Salute e benessere dei giovani", in programma dal 16 al 18 giugno a Roma promossa dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Tutti i Forum europei si riuniscono in sessioni parallele e poi in sessioni plenarie sulle stesse tematiche che saranno via via al centro di interventi di esperti di salute nei vari campi interessati.

 

Per la prima volta in Italia dopo "Be healthy, be yourself" che si è tenuta a Bruxelles lo scorso luglio, su iniziativa della Commissione Europea, il dialogo strutturato per coinvolgere più da vicino i giovani nelle politiche sanitarie dell'Ue. I giovani, dunque, non solo italiani, ma provenienti dai vari Stati membri, si confrontano per arricchire il dibattito e fornire il proprio punto di vista sulle tematiche legate alla salute e alla comunicazione a chi poi dovrà individuare e attuare politiche di prevenzione, ovvero le Istituzioni e la Commissione Ue. E' questo, infatti, l'elemento distintivo della prima Conferenza europea che estende alla rappresentanza giovanile l'opportunità di confrontarsi in una sede "internazionale" al fine di formulare proposte e suggerimenti da sottoporre ai governi.

Meloni: “Colmare la carenza di informazioni”
Un caso su tre di nuove infezioni sessualmente trasmissibili riguarda un giovane. "La carenza di adeguata informazione - spiega il ministro Meloni - rende i ragazzi europei ancora troppo esposti alle infezioni sessualmente trasmissibili. E questo malgrado si tratti delle infezioni più diffuse subito dopo quelle respiratorie".


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, dei 333 milioni di nuovi casi stimati ogni anno, almeno 111 interessano ragazzi sotto i 25 anni di età. Da recenti studi risulta che i fattori siano molti e di diversa natura. Tra essi: le carenze educative ed errori di tipo comportamentale (maggior ricorso a pratiche sessuali a rischio e a un minor uso del profilattico tra persone con frequenti rapporti occasionali, anche con infezione da hiv già nota); una certa difficoltà a ricorrere alle strutture che offrono servizi di prevenzione e diagnosi; un significativo calo della percezione del rischio di infezione. La sessione dedicata alle infezioni sessualmente trasmissibili è presieduta da Gianni Rezza dell'Istituto Superiore di sanità e affronta il tema dei programmi di educazione sessuale, di consulenza per una sessualità informata e di consapevolezza della salute riproduttiva.