Gli italiani si vedono poco abbronzati

La tanoressia nasce dall’insicurezza di sé, dice l’epserto abbronzatura_296

Sono oltre 11 milioni gli italiani 'dipendenti' dall'abbronzatura. La tanoressia, o sindrome compulsiva da sole (Scs), è ormai una patologia emergente che rientra fra le dispercezioni corporee. E per curarla è necessario ricorrere a una nuova scienza, la "neurodermatologia e quindi alla somministrazione di farmaci" per i disturbi dell'umore.

Lo spiega il dermatologo Matteo Cagnoni, presidente dell'Istituto di ricerca di dermatologia globale (Irdeg), che ha commissionato all'istituto Swg di Trieste un sondaggio sugli 'italiani e la tanorressia'. A soffrire in modo preoccupante di questo disturbo è il 20% degli italiani, in particolare donne.

"Molte persone - racconta Cagnoni - hanno un bisogno ossessivo di apparire sempre abbronzate e se ciò non accade entrano in ansia e non si sentono sicure di sé. Il tono dell'umore, l'autostima e il senso di benessere è quindi direttamente proporzionale al livello di abbronzatura".

Secondo l'esperto, "questo disturbo si fonda su un senso di insicurezza del sé corporeo per cui le persone non si vedono mai abbastanza abbronzate. I tanoressici hanno dimostrato un basso livello di attenzione nei confronti dei pericoli che la loro dipendenza può provocare. In pratica preferiscono avere qualche ruga in più e rischiare la comparsa di tumori della pelle, ma non rinunciare ad avere un aspetto abbronzato".

I tanoressici, sostiene lo specialista, si possono curare. Un nuovo studio ha evidenziato che la somministrazione di farmaci serotoninergici, comunemente utilizzati per la cura di depressione o attacchi di panico, potrebbe riuscire a controllare questa dipendenza. E rendere i 'malati' di tintarella in grado di controllare e limitare fortemente il bisogno di esporsi al sole. "I pazienti riescono a sentirsi - spiega Cagnoni - a proprio agio anche senza essere abbronzati e a smettere di fare le lampade Uv con l'assiduità che avevano prima.

Inoltre, hanno iniziato a utilizzare creme ad alta protezione e a curare maggiormente la loro pelle anche dal punto di vista dermocosmetico". Lo studio ha interessato 27 donne di età fra i 39 e 63 anni, sottoposte precedentemente a un questionario mirato all'educazione all'esposizione al sole.