di Raffaella Miliacca
Il Salone chiude in bellezza, snocciolando cifre da record: oltre 315 mila visitatori, il massimo mai realizzato in due decenni. Più di 70 mila persone hanno assistito agli oltre 1.400 incontri sparsi per il Lingotto. Le vendite sono state il 20-25% in più rispetto allo scorso anno.“Sono cifre interessanti, dice il direttore Ferrero, perché in controtendenza rispetto al mercato del libro che ha segnato, all’inizio dell’anno, un calo del 20%”. Ma le cifre, aggiunge, non dicono la qualità del pubblico che partecipa con grande attenzione, a partire dai ragazzi. Cita poi Roberto Saviano, uno degli ospiti più acclamati, che ha detto che qui il libro riacquista la sua dimensione quotidiana. Questa è la risposta, afferma Ferrero, a quei critici che spesso definiscono la manifestazione una baraonda. Certo, è una fiera e c’è di tutto, ma per cinque giorni, conclude, toglie il libro da quella dimensione lontana e polverosa che spesso ha. E sempre citando Saviano, “questo è un salone del libro, ma anche dei lettori” , che sono al 60% donne, precisa il direttore.
Il Paese ospite del prossimo anno sarà la Russia, annuncia il presidente della Fondazione per il Libro, la musica e la cultura, Picchioni. E, in occasione del 150° anniversario dell’Unità, ci sarà un Padiglione Italia. Vincitore del Premio internazionale Salone del Libro, istituito quest’anno, è lo scrittore israeliano Amos Oz, votato da visitatori, giornalisti, editori. Il Salone ha voluto rendere omaggio ai due militari italiani uccisi in Afghanistan, con un minuto di silenzio durante la conferenza stampa di chiusura. E dal Salone rimbalza l’appello sottoscritto da molti editori, ma al quale non ha aderito Mondadori, contro il disegno di legge sulle intercettazioni.
A guardarlo da Torino, dunque, il mondo del libro gode di ottima salute. Il Salone, giunto alla 23ma edizione, si conferma un evento di grande successo. Cinque giorni di incontri con gli autori, mostra-mercato, occasioni di dibattito e di spettacolo, in tutti al centro c’è sempre il lettore. Quelli giovani, soprattutto, costituiscono una grande fetta del pubblico di questa manifestazione. A loro il Salone dedica un ampio spazio, il Bookstock Village, curato quest’anno da Boosta dei Subsonica. “Il bilancio è ottimo, dice, è stato un importante luogo di ascolto, gli incontri che abbiamo organizzato, alcuni con la presenza di almeno 500 persone, sono stati vivi e partecipati”. Qui si può incontrare il più giovane editore italiano, Francesco Giubilei, classe 1992, con la sua Historica Edizioni. Una sfida nata per passione e sostenuta dai suoi genitori, grazie anche a un finanziamento ottenuto da un credito cooperativo della sua città, Cesena. Ovviamente, è al Salone solo quando non è in classe, al liceo, dove quest’anno deve sostenere la maturità.
E qui, il libro dimostra di non temere la tecnologia, internet, la multimedialità. Tanti gli eventi su questo tema, a partire dal convegno dell’Associazione italiana editori sull’e-book, alla presentazione del progetto “My Memory Home”, un network dove ognuno può inserire i propri ricordi, al debutto di Invasioni Mediatiche, area per media, fumetti, giochi e musica, dove è stato, tra l’altro, presentato “Metro 2033”, di Dmitry Glokhovsky, libro e videogioco, esempio di letteratura digitale, opera nata e scritta sul web, in collaborazione tra lo scrittore e gli utenti della rete.
L’India, Paese ospite d’onore, si è confermato spazio di letteratura, suggestioni e spiritualità molto amato. Tra gli autori, molte le scrittrici. Ma particolare interesse ha senz’altro suscitato Sampat Pal, fondatrice del “Gulabi gang”, un gruppo attivista che ha per uniforme un sari rosa, e che interviene nei casi di maltrattamenti sulle donne, brandendo un bastone e usandolo, quando è il caso. Scopo del movimento è rendere le donne consapevoli dei loro diritti affinché reagiscano ai soprusi.