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Ora l'Inter guarda alla storia

Si è concluso uno dei più avvincenti campionati degli ultimi anni. I nerazzurri, dopo aver centrato due obiettivi stagionali, puntano ora ad arrivare dove nessuna squadra italiana è mai arrivata: la tripletta n

di Marco Rossi

Si è concluso uno dei più avvincenti campionati degli ultimi anni e l’Inter cannibale centra il secondo obiettivo stagionale: dopo la Coppa Italia, il quinto scudetto consecutivo (quarto conquistato sul campo) raggiungendo la Juventus in questa particolare classifica. La festa scudetto in Piazza del Duomo è un omaggio corale alla “Beneamata” delle tre M (Moratti, Mourinho, Milito), ma nell’aria c’è la grande aspettativa, quella di arrivare dove nessuna squadra italiana è mai arrivata: la tripletta. Vincere Coppa nazionale, campionato e Champions League nella stessa stagione. Nessuno a partire dal tecnico portoghese nega che i pensieri della squadra siano già rivolti a sabato quando a Madrid si assegna la Coppa con le orecchie e ad attendere i nerazzurri in finale ci sarà il Bayern Monaco. La sfida è di quelle che fanno tremare i polsi: la sorniona squadra di Van Gaal ha dato già due grandi dispiaceri al calcio italiano eliminando la Juventus nei gironi e la Fiorentina nel discusso ottavo di finale. I bavaresi, come l’Inter, hanno vinto campionato e Coppa nazionale e a Madrid sarà ancora Italia-Germania con implicazioni che vanno al di là della Champions: se l’Inter batte il Bayern (ma non ai rigori) l’Italia potrà avere quattro squadre in Champions anche nel 2011-2012 altrimenti in base al ranking Uefa i club italiani nella massima competizione europea diventeranno tre a vantaggio dei tedeschi. L’Inter si trova così a difendere tutto il calcio italiano. Lo scudetto non può che galvanizzare i nerazzurri e Mourinho ,solo nel pullman dopo il trionfo, tira fuori dal cilindro uno dei colpi di teatro che lo caratterizzano dicendo che il suo pensiero è già rivolto alla finale di Champions e lasciando un’ombra di mistero sulla sua permanenza alla Pinetina. Qualunque sia il futuro di Mou, l’Inter da lui plasmata sembra comunque una squadra finalmente matura anche sulla scena internazionale. Molto dipenderà dall’esito della finale di Champions.

E l'ad dell'Inter Paolillo parla a Radio Anch'io soprattutto di Mourinho. "E' un uomo che lascia il segno come allenatore sul campo e per quello che insegna:gli assetti tattici che ha dato restano nel dna dei giocatori. Si vede come ha plasmato la squadra e l'ha portata in finale di Champions, in questa settimana si deve parlare della sua bravura e dell'intuizione di Moratti di averlo portato a Milano. Del futuro parleremo dopo Madrid. Mou accentra su di sé le tensioni togliendole alla squadra. Sarebbe un peccato perderlo e mi auguro che questo non accada".

Serie A, lavori in corso
La stagione appena conclusa ha visto ancora una volta la cavalcata nerazzurra, ma anche una strepitosa replica della Roma che è arrivata ad essere virtualmente campione d’Italia fino al gol di Milito al Siena (minuto 57’). Approfittando della frenata dei nerazzurri (tra la 24.ma e la 31.ma giornata 4 pareggi e 2 sconfitte) i giallorossi hanno insidiato la corazzata ambrosiana fino all’ultimo e il tecnico Ranieri ha ridato ai giocatori quella fiducia che ha portato a disputare un ritorno di campionato da record con 48 punti conquistati (eguagliato quello del Milan 2005-2006). E’ stato anche il campionato delle outsider con la Sampdoria che torna ad annusare aria di Champions 18 anni dopo la finale di Coppa dei Campioni persa a Wembley con il Barcellona, e il Palermo che manca il prestigioso obiettivo Champions per un soffio. In Europa torna anche il Napoli che va in Europa League. Anno orribile per la Juventus che riesce ad agganciare con le unghie un posto in Europa League nonostante la 15 sconfitte (eguagliato il record negativo della stagione 1961-1962). Il Milan è in Champions, ma anche a Milanello la situazione è confusa. Leonardo ha lasciato e c’è da ripartire con un nuovo allenatore e con una squadra da rimodellare. Insomma l’Inter sembra ancora l’avversaria da battere per tutti anche nel prossimo campionato e gli altri top team devono ricostruire la propria competitività in tempi brevi. Questa stagione ha dimostrato ancora una volta come sia difficile se non impossibile combattere su tre fronti senza avere una rosa adeguata. L’esempio lampante è quello della Fiorentina che partita per competere in campionato, Coppa Italia e Champions, ha raggiunto gli ottavi di Champions e la semifinale di Coppa Italia ma ha tenuto una media punti da serie B nel girone di ritorno: 17 punti in 19 gare. Grande stagione per il Bari che chiude a 50 punti e per il Catania che con 45 punti sigla il secondo miglior risultato in serie A dopo quello del 1960-1961. All’orizzonte ci sono i Mondiali ma le società di vertice e in particolare Juve e Milan dovranno lavorare da subito per inseguire i cannibali nerazzurri. In bianconero arriva Giuseppe Marotta come direttore generale e si attende Delneri per la panchina ma dà fiducia ai tifosi bianconeri il ritorno di un Agnelli (Andrea) sulla poltrona di presidente. Lavori in corso dunque e una sola certezza: l’Inter è ancora di un altro pianeta e per batterla ci sarà da inseguire.