Donne e lavoro


Stampa

Le over 40 sognano una microimpresa

Cresciuti i figli, le donne che desiderano rientrare nel mondo del lavoro retribuito trovano porte chiuse. Il sogno nel cassetto è, allora, creare un'impresa familiare b

"Cresciuti i figli, le donne che desiderano rientrare nel mondo del lavoro retribuito trovano per lo più le porte chiuse. Anche per questo intendono mettere la propria capacità a servizio delle proprie imprese". Lo afferma la presidente di DonnEuropee Federcasalinghe Federica Rossi Gasparrini presentando l'incontro romano "Donna manager - Reinserimento lavorativo delle donne. La microimpresa quale possibile e moderna risposta occupazionale, in sicurezza". Gasparrini sottolinea che "i nostri dati dimostrano che il 'sogno nel cassetto' delle over 40 è proprio creare l'impresa familiare". La cura della famiglia incide profondamente sulle scelte delle donne in tema di lavoro.

Il problema è noto: conciliare vita professionale e famiglia, la cui cura poggia quasi interamente sulle spalle delle donne. E questo dato è ancora una volta confermato dall'Istat, che indica come tra le persone che hanno usufruito dei congedi parentali per seguire i figli, gli uomini arrivano appena al 7%. I dati Istat dello scorso febbraio evidenziano che il tasso di occupazione femminile in Italia, afferma Gasparrini, "si conferma fra i più bassi in Europa": appena il 46,1% di occupazione, inferiore di circa 12 punti percentuali rispetto a quello medio della Ue a 27. Degli 1,8 milioni di occupate in più nei 16 anni considerati la parte più significativa (1.574.000) è andata alle regioni del Centro-Nord. Al momento, il tasso di occupazione femminile è al 30,8% nel meridione, al 55,6% nel Nord-Ovest, al 56,9% nel Nord-Est. La crisi poi, in generale, penalizza uomini e donne. Ma ad esempio, nell'industria, il calo dell'occupazione femminile dipendente ha registrato nel terzo trimestre del 2009 una caduta pari a più del doppio rispetto a quella rilevata fra gli uomini: -10,5% contro 4,2%.

Nel corso del 2009, la discesa dell'occupazione femminile ha interessato tutte le figure del mercato del lavoro: le dipendenti a termine, le collaboratrici, le autonome, fino a coinvolgere le occupate a tempo indeterminato. Fra l'altro, il tasso di inattività femminile ha registrato significativi posizionamenti nel terzo trimestre 2009 al 64,2% (rispetto al 63% dello stesso periodo del 2008). In relazione al contributo delle donne al reddito familiare, in Italia esiste ancora la tradizionale divisione dei ruoli di genere che vede l'uomo responsabile del sostentamento economico della famiglia mentre la donna è ancora dedita principalmente alle attività domestiche e di cura. Una condizione molto più diffusa che in altri paesi europei, soprattutto per effetto dell'ampio ricorso al part-time in questi ultimi. Uno strumento, quest'ultimo, che nel nostro paese è ancora meno diffuso ed accessibile.

In Italia esistono ancora criticità che impediscono l'effettiva parità di accesso delle donne al mercato del lavoro. Tra questi fattori, sicuramente un'offerta ancora troppo limitata di contratti flessibili (come il part-time), che permettano di conciliare lavoro e famiglia, l'insufficienza delle politiche sociali a sostegno delle donne che lavorano, ma anche fattori culturali che costringono le donne ad assumersi da sole la quasi totalità delle responsabilità connesse con la vita famigliare.