di Mario Papetti
E' un concentrato di tecnologie. Piccola, elegante, confortevole e soprattutto sicura. E' la culla hi-tech ed è nata per accogliere i bambini abbandonati. Dotata di uno speciale impianto di protezione, la culla "salva bebè" è posizionata in un piccolissimo spazio adibito come le antiche "ruote" delle chiese e dei conventi nella parrocchia Cuore Immacolato di Maria, tempio votivo di Verona. Grazie a tecnologie 'spaziali', climatizzazione e telegestione, garantisce in ogni momento al neonato abbandonato un clima e un livello di umidità sempre costanti, condizioni di totale sicurezza anche contro eventuali vandalismi e rischi di incendio. E assicura, inoltre, il contatto continuo con la centrale sanitaria di pronto intervento per il recupero del piccolo ospite. La culla "salva bebe'" ha vinto il premio "H d'oro 2009", lanciato nel 2006 dalla Fondazione Hruby, oggi responsabile dell'impianto di videosorveglianza dell'Ostensione della Sacra Sindone.
Ogni anno tremila neonati abbandonati
In Italia, secondo le ultime statistiche, vengono abbandonati circa tremila neonati all'anno. Alcuni, i più fortunati, riescono a sopravvivere, altri purtroppo non riescono a superare quelle che, talvolta, sono condizioni climatiche rigide o condizioni di salute già cagionevoli di partenza. Forse è proprio per questa ragione che alcuni ospedali italiani, già da tempo, fra cui l'Ospedale degli Innocenti di Firenze (sito di una delle "ruote" storicamente più famose d'Italia) ha deciso da qualche anno di restaurare una forma aggiornata della "ruota" dei trovatelli all'esterno della struttura, sulla falsariga dei baby-sportelli già in funzione in Germania, Svizzera, Svezia, Danimarca e Romania. Si tratta di una culla (quasi simile a quella hi-tech) dotata del corretto ricambio d'aria e di una temperatura adeguata, che si apre tramite uno sportello esterno e che, nel momento in cui viene chiuso, fa scattare un allarme acustico che richiama l'intervento degli adetti. Oltre a Firenze ne sono dotate città come Roma, Milano, Brescia e Treviso. Con l'arrivo della culla supertecnologica questi impianti, anche se moderni, sono destinati comunque ad essere sostituiti. La parrocchia del Cuore Immacolato di Verona è solo una sorta di apripista. Altre città, comprese Bologna, Udine, Modena, Palermo, Ancona, Piacenza, Bergamo e Trieste hanno già fatto richiesta di installazione. E' auspicabile, però, che anche gli enti locali si facciano sempre più carico di un'iniziativa coordinata con le aziende ospedaliere del territorio, per accogliere i bambini abbandonati e, forse in misura ancora maggiore, per organizzare un vero e proprio sistema informativo, specialemente rivolto alle fasce più deboli della popolazione.
La grave piaga dell'abbandono dei neonati è stata affrontata dal legislatore italiano che ,già dal 1975, ha previsto per la donna la possibilità di partorire nell'anonimato. In Italia, come in Francia, prima dell'intervento legislativo era radicato l'intervento 'caritatevole', cioè quello dei ricoveri religiosi o ad altre strutture, che si dotavano delle "ruote degli esposti" dove potevano essere abbandonati i neonati, dando loro una chance di sopravvivenza.