Bangkok, il massacro non si ferma: 22 morti

Assedio alle camicie rosse, 150 i feriti. Colpito anche un operatore sanitario. L'esercito spara con proiettili veri. Chiuse molte sedi diplomatiche g

Un operatore sanitario è stato colpito negli scontri scoppiati a Bangkok, e si teme sia morto. Lo riferiscono testimoni, aggiungendo che i militari sparano contro i manifestanti con proiettili veri, in quella che è nella capitale Thailandese la seconda giornata di guerriglia urbana. Almeno altre cinque persone sono rimaste ferite. L'esercito aveva lanciato un ultimatum ai dimostranti avvertendo che li avrebbe dispersi con la forza.

Il movimento degli oppositori ha fatto sapere di avere la disponibilità di avviare colloqui con il governo per una tregua. Ieri i morti sono stati 20 e 150 i feriti.

Camicie rosse sotto assedio
Le autorità thailandesi hanno tagliato acqua ed elettricità all'accampamento delle camicie rosse, nel tentativo di riconquistare il centro della città, da loro presidiato. Secondo il governo rimarrebbero ormai "solo" seimila persone, rispetto alle 30.000 di qualche giorno fa. I leader del movimento denunciano che i beni alimentari non possono essere forniti perché da ieri l'esercito ha sigillato tutte le strade di accesso.

E l'ambasciata Usa, chiusa da due giorni come altre sedi diplomatiche, ha diffuso un avviso sconsigliando ai cittadini americani di recarsi nella capitale.