di Sandro CaliceSCONTRO DI CIVILTA’ PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO
di Isotta Toso, Italia 2010 (Bolero Film)
Kasia Smutniak, Daniele Liotti, Serra Yilmaz, Ahmed Hafiene, Marco Rossetti, Kesia Elwin, Luigi Diberti, Roberto Citran, Francesco Pannofino, Ninetto Davoli, Fabio Traversa, Paolo Calabresi, Manuela Morabito, Vincenzo Crivello, Massimo De Santis, Renato Nicolini, Milena Vukotich.
In principio è stata l’Orchestra, poi è venuto il condominio. Dai musicisti di Mario Tronco e Agostino Ferrente al film di Isotta Toso, già aiuto regista in “Notturno bus” e qui al suo primo lungometraggio, Piazza Vittorio, a Roma, è ormai un simbolo perfetto della convivenza forzata, a volte serena, anche creativa, spesso conflittuale, di etnie e culture diverse in una grande metropoli.
In un vecchio palazzo della piazza, al centro dello storico quartiere romano dell’Esquilino, convive un gruppo eterogeneo di inquilini. Ci sono i fratelli Manfredini, uniti ma diversissimi tra di loro. Marco, il maggiore, avvocato e fidanzato con la vicina di casa, Giulia, fotografa alla ricerca della sua strada. Lorenzo, il secondo, che si fa chiamare Gladiatore e vive pericolosamente ai margini della legalità. C’è Benedetta, la portinaia napoletana piena di pregiudizi e preferenze, la signora Fabiani, difesa e inacidita che vive solo per il suo cagnolino Valentino e che subaffitta (con arroganza e fastidio) l’appartamento a Maria Cristina, ecuadoriana e ragazza madre della piccola Penelope. C’è il professor Marini, docente universitario milanese, gentile ed educato, che cerca di portare un po’ d’ordine nel condominio. Poi Iqbal, bengalese che fa il fruttivendolo e ha una relazione con Maria Cristina, e Sandro Dandini, che ha un bar nella piazza, punto d’incontro per tutti, dove lavora Nurit, iraniana in cerca di asilo politico. Infine Amedeo, il condomino modello, sempre con una parola buona per tutti, sempre a cercare la mediazione e a mettere pace. Fino al giorno in cui succede la tragedia.
Tratto dal romanzo omonimo di Amara Lakhous, giornalista e scrittore algerino che vive e lavora a Roma, “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” è una fotografia interessante, veritiera, a tratti poetica di una realtà che parla di solitudini costrette a condividere gli spazi della vita, di incomprensioni e ignoranze, di solidarietà e speranze. Tutte simbolicamente raccolte attorno e dentro un ascensore, l’unico luogo del condominio in cui bisogna confrontarsi, che è impossibile non vivere in comune, miccia di ogni conflitto. I limiti del film stanno nel tentativo di mescolare più registri narrativi, dal thriller alla commedia, dal dramma alla storia d’amore, senza trovare il giusto amalgama, e nella debolezza della sceneggiatura, che a volte sa davvero di “appiccicato”, con gli attori che filosofeggiano dando persino l’impressione di non interagire. Un esordio promettente, ma ancora acerbo.