SHADOW

di Sandro Calice

SHADOW

di Federico Zampaglione, Italia 2009 (Ellemme Group)
Jake Muxworthy, Karina Testa, Nuot Arquint, Ottaviano Blitch, Chris Coppola
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A quattro anni dal suo esordio dietro la macchina da presa con “Nero bifamiliare”, il leader della band dei Tiromancino Federico Zampaglione torna con un horror dal sapore “vintage”, che pur se attualizzato dice molto della passione del regista per il nostro cinema di genere degli anni ’70.

David (Muxworthy) è un soldato appena tornato dall’Iraq che per dimenticare la guerra decide di avventurarsi in mountain bike in una località splendida e impervia della vecchia Europa. In una locanda in mezzo ai boschi incontra Angeline (Testa) e deve difenderla da Fred e Buck, due violenti cacciatori del posto. Il diverbio, però, non finisce lì e presto i due ragazzi si trovano a vivere un incubo, con i due uomini che li inseguono, fucili alla mano, pronti ad ucciderli. Ma la fuga porta tutti in una zona proibita, da dove si dice nessuno sia mai tornato vivo. Qualcosa si muove tra la vegetazione e nella nebbia. L’incubo è appena cominciato.

“Shadow” è stato premiato in numerosi festival cinematografici in giro per il mondo. Zampaglione si è fatto aiutare nella sceneggiatura dal padre e nelle musiche dal fratello, e appare sicuramente più maturo rispetto alla sua prima prova, oltre che più a suo agio col genere, per sua stessa ammissione più vicino alle sue corde. Il film pesca suggestioni dai classici del genere: i boschi e la natura, ora amici, ora pericolosi; l’improvvisa follia in un contesto normale; la casa misteriosa; un nemico mostruoso e imbattibile. Con omaggi stilistici a registi italiani, da Argento a Bava, l’elemento “moderno” della guerra e il suggerimento, come recita il sottotitolo, che la realtà può essere più malata degli incubi. L’impressione, però, è quella di una colta sovrapposizione di rimandi ed idee, una sorta di manierismo per evitare di sbagliare. E anche se quelle che appaiono come ingenuità del racconto vengono risolte dalla “spiegazione” finale, possiamo dire che, tranne qualche eccezione, la tensione non è all’altezza dei modelli. Per appassionati.