ROBIN HOOD

di Juana San Emeterio

ROBIN HOOD

di Ridley Scott, Gran Bretagna - Usa 2010 (Universal Pictures)
Russell Crowe, Cate Blanchett, Scott Grimes, Kevin Durad, Mark Strong, Alan Doyle, Matthew Macfadyen, Danny Huston, William Hurt, Max von Sydow, Oscar Isaac, Eileen Atkins, Léa Seydoux, Bronson Webb, Robert Pugh
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Ci sono stati molti Robin Hood. Il cinema poi ne ha fatte tante versioni, per gli amanti della statistica se ne contano almeno 34, a partire da Ivanhoe del 1913, passando per quello mitico con Errol Flynn del ’38 ai più recenti ‘Robin e Marian’ con Sean Connery del ’76 e “Robin Hood: principe dei ladri” con Kevin Costner del ’91. Dimenticateveli. Ridley Scott ci racconta la storia di quando si chiamava Longstride e non era ancora leggenda.

Incontriamo Robin di Longstride (Russell Crowe), abile arciere al servizio di Re Riccardo Cuor di Leone, durante la guerra di Francia al ritorno dalla terza crociata in Terra Santa, interessato solo alla gloria e a "salvarsi la pelle". Quando Re Riccardo muore durante una battaglia, Robin cambia prospettive e insieme a un gruppo di ‘colleghi-amici’scappa nella foresta francese. Nel frattempo i Cavalieri prendono in consegna la corona per riportarla in patria al legittimo erede, il principe Giovanni (Oscar Isaac). Nel tragitto vengono attaccati, ma arriva Robin che uccide i nemici (fatta eccezione per il traditore Mark Strong, lo sfregiato) e promette a sir Robert Loxley (Douglas Hodge), caduto nell'agguato, di portare a termine l'impresa e, contestualmente, la spada al padre, sir Walter Loxley (Max Von Sydow) che vive a Nottingham con la bella Marian (Cate Blanchett), la sua sposa. Tornando a casa, in Inghilterra, scopre in che condizioni versa la contea di Nottingham, vessata da un dispotico sceriffo, ed incontra la vedova lady Marian, estremamente scettica sulle reali intenzioni dell’uomo. Nel tentativo di guadagnare la fiducia della donna di cui si innamora, riamato, (in una scena Marian viene sedotta quando aiutandolo a togliersi la pesante armatura resta folgorata dal corpo di lui) e di salvare la sua terra, indebolita da decenni di guerre, asfissiata dal pessimo governo del nuovo re Giovanni Senza Terra e resa vulnerabile dal rischio di rivolte interne e da minacce esterne, Robin e i suoi uomini rispondono ad una chiamata più grande: dover salvare il paese. Ma il re non mantiene le sue promesse e l’arciere fugge nella foresta di Sherwood e mette insieme una banda di fuorilegge che lo aiuti.

Il Robin Hood voluto rappresentare da Russell Crowe, che del film è anche ideatore e coproduttore, spiega l'attore, ''nasce soprattutto dalla voglia di troncare la visione che si è avuta fino ad ora di questo personaggio e far vedere una volta per tutte l'uomo prima del mito''. E Crowe fa di Robin un uomo malinconico, forte e muscolare, con intenti filosofici e politici (propone anche una carta dei diritti) tanto che a Cannes afferma che “oggi probabilmente sarebbe a Wall Street a combattere contro gli speculatori e contro chi si arricchisce illegalmente o farebbe la guerra a chi controlla, manipola e monopolizza i media''. Il film con la magistrale regia di Ridley Scott è un kolossal spettacolare, il set è stato ricostruito con dovizia di particolari, sono stati chiamati esperti di ogni tipo per costumi e locations (solo Nottingham ha preso oltre duemila acri nei dintorni di Hampton) e le scene di azione sono impressionanti: quando c'è da battersi il gladiatore Russell non si tira certo indietro. E anche se a volte il risultato risulta un po’ appesantito e alcuni personaggi perdono il loro spessore storico, glielo perdoniamo. Sequel in agguato? Sembra proprio di sì, perché dove finisce il film incomincia la vera storia di Robin Hood.