Economia


Stampa

Ocse: 'Salari italiani tra i più bassi'

La classifica stilata dall'organizzazione per lo sviluppo economico mette il nostro Paese al 23.mo posto su una graduatoria di 30. Sale il tasso di disoccupazione, all'8,6% nei primi tre mesi di quest'anno f

I salari netti italiani nel 2009 sono fermi al 23/o posto della classifica Ocse. Lo rivela la tabella 'Taxing Wages' del Rapporto dell'Ocse. L'Italia nel 2009 registra guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media dei 30 Paesi dell'organizzazione, con un calo dell'1,1%. La tabella considera il salario netto medio di un lavoratore single senza carichi di famiglia. Anche il 23/o occupa il salario di un italiano, unico reddito con coniuge e 2 figli a carico.Il cuneo fiscale e' in Italia al 46,5%. I salari netti italiani sono mediamente inferiori non solo a quelli di Paesi come Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, ma anche agli stipendi di altri Paesi europei che sembrerebbero in maggiori difficolta' economiche, come Grecia, Irlanda e Spagna. E' quanto risulta dal Rapporto Ocse 'Taxing Wages', prendendo in considerazione la tabella sul salario medio di un singolo senza carichi di famiglia (calcolata in dollari e a parita' di potere d'acquisto). I salari italiani risultano pero' piu' generosi rispetto a quelli dei portoghesi, polacchi, ungheresi. In coda alla classifica i messicani.

Disoccupazione all'8,6%
Nel primo trimestre 2010 il tasso di disoccupazione in Italia e' salito all'8,6%, con un aumento dell'1,2% rispetto allo stesso periodo del 2009. Lo ha rilevato l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). In Italia a marzo, ricorda ancora l'Ocse, il tasso di disoccupazione e' salito all'8%, in aumento dello 0,2% rispetto a febbraio e dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Nei 30 Paesi membri dell'organizzazione, spiega ancora l'organizzazione parigina, il tasso di disoccupazione a marzo e' rimasto stabile all'8,7%, con picchi in Spagna (19,1%), Slovacchia (14,1%) e Irlanda (13,2%). Nel G7, il tasso di disoccupazione e' rimasto all'8,3% come in febbraio, nell'Unione Europea al 9,6% e nell'area euro al 10%.