Bimbi e cooperazione internazionale


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Dall'Africa all'Italia per vivere

Sono sei, cinque accolti a Massa, uno a Genova f

Vengono dal Kenya e hanno tra i 3 e i 7 anni, i sei piccoli cardiopatici, tre maschietti e tre femminucce, arrivati a Milano Malpensa il 5 maggio. Cinque di loro saranno operati in Toscana all’Ospedale pediatrico apuano. Per uno è invece previsto un intervento all’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova. I sei bimbi giunti in Italia stanno compiendo un viaggio della speranza. Sono stati scelti tra tanti altri giovanissimi malati di cuore per la gravità delle loro condizioni e perché necessitano di un intervento urgente. La loro terra è nel distretto di Isiolo, nell’area di Oldonyiro e Nanyuki.a 4-5 ore di macchina da Nairobi. La comunità a cui fanno riferimento i loro nuclei familiari si chiama “Ndugu Zangu” (che in swahili significa “fratellanza” ) ed è stata fondata da un missionario laico italiano in una parte del Kenya dove la vita è ancora particolarmente difficile e mancano strutture ospedaliere attrezzate. In questa zona non ci sono possibilità di sopravvivenza per chi deve essere operato di cuore in tenera età. Le diagnosi vengono fatte da cardiologi che non hanno però i mezzi per intervenire chirurgicamente.

I piccoli kenioti sono ccompagnati da due operatori italiani. Al loro arrivo sono stati accolti, con tanto amore, dai cooperanti dell’associazione “Un cuore un mondo” che hanno organizzato il loro viaggio e che li assisteranno durante il periodo di degenza in Italia. I piccini sono stati portati a Massa in un appartamento gestito della stessa associazione. Si tratta di un luogo, spiegano i volontari, che, nel periodo in cui ospita i piccini che vengono da altri Paesi si trasforma in una vera e propria casa-famiglia, Sono una trentina i cooperanti che popolano a rotazione questa casa e che accudiscono e fanno giocare i piccoli malati di cuore. Si alternano notte e giorno per non lasciare mai soli i loro giovanissimi pazienti. L’assistenza dei volontari continua, sempre 24 ore al giorno, anche nel periodo del ricovero ospedaliero e dopo l’intervento.

Avete già accolto bambini “Ndugu Zangu”?
“E’ il dodicesimo gruppo di bimbi di questa comunità che accogliamo– spiega Elisa Bertugelli, una delle responsabili dell’associazione “Un cuore un mondo”.

Come fate per parlare con questi bimbi?
I due accompagnatori parlano lo swahili e faranno da interpreti per tutto il periodo della degenza. E poi, questi bambini nei 2 o 3 mesi che restano in Italia imparano a parlare la nostra lingua.

In che rapporti siete con l’Azienda ospedaliera Meyer?
C’è una collaborazione sia tra ospedali che come associazione. Dopo che sono stati operati a Massa i bimbi che hanno bisogno di cure di altro tipo vengono spesso trasferiti al Meyer di Firenze. C. G.