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Vinconto Inter e Roma: scudetto, verdetto all'ultima giornata

La Samp resiste a Palermo: quasi fatta per la Champions. L'Atalanta retrocede in serie B mourinho_ranieri_296

di Gianluca Luceri

Tira giù il sipario, rialza il sipario. Un diluvio di emozioni, gioie, dolori e ribaltoni. E' la foto a colori della penultima giornata di campionato, un'altalena palpitante di risultati che fino al minuto 83, ovvero a soli sette giri di lancette dal termine, consegnava il 18° scudetto nelle tasche dell'Inter. Ma tra il tricolore con una giornata di anticipo e un San Siro già vestito a festa, riecco comparire prepotentemente sul set Francesco Totti (doppietta). Stavolta non per dispensare pedate sugli stinchi di Balotelli ma per lavarsi l'anima - dopo aver firmato l'1-1 quattro minuti prima (34') - con il rigore del vantaggio giallorosso sul Cagliari (38') che tiene vivi i sogni di Ranieri.

Di là, un'Inter un po' pazza batteva il Chievo - dopo un primo tempo settebellezze impreziosito dalle gemme di Milito e un Balotelli di nuovo 'in pace' - facendosi poi rimontare nella ripresa da 4-1 a 4-3. Tutto rinviato quindi all'ultimo turno, anche se la squadra di Mourinho ha senza dubbio compiuto un altro passo importante verso il titolo. Siena-Inter, Chievo-Roma: prima dello champagne, ci sono ancora 90 minuti da vivere in apnea e non così scontati come potrebbe sembrare.

Una parentesi. Cagliari e Chievo hanno sì perso, ma con l'onore delle armi e dopo aver fatto sudare sette se non otto camicie ai rispettivi avversari. Applausi, dunque, a queste due formazioni che non avevano più nulla da chiedere alla loro stagione ma hanno giocato 'sul serio' e non si sono invece 'scansate' come aveva fatto la Lazio una settimana fa.

Il grande scontro di giornata, quello che doveva assegnare il quarto posto, si risolve in un pareggio che fa poche grinze. Finisce infatti 1-1 il 'frontale' del Barbera tra Palermo e Sampdoria, risultato che spinge la Samp verso la grande Europa e costringe i rosanero a ripiegare 'virtualmente' i sogni Champions. Partita scandita da due penalty, prima Pazzini poi Miccoli, e blucerchiati che mantengono così due lunghezze di vantaggio sui siciliani, una dote difficile da sprecare nell'ultima giornata. La Samp riceverà infatti a Marassi un Napoli già sicuro del sesto posto, il Palermo andrà a Bergamo contro un'Atalanta già retrocessa in B: prevedibili due vittorie, con il distacco che rimarebbe quindi immutato. Per Cassano e compagni, insomma, è quasi fatta.

Dicevamo dell'Atalanta. Due reti di Quagliarella al San Paolo sanciscono l'arrivederci degli orobici alla Serie A e regalano al Napoli la sesta piazza, che potrebbe sembrare un traguardo 'relativo' ma che invece ha un suo valore specifico, visto che rispetto alla settima (la Juventus), i partenopei dovranno disputare un turno preliminare in meno di Europa League. Il che significa due cose: correre meno rischi e cominciare la preparazione con un po' più di respiro, considerato che il primo turno eliminatorio di coppa si disputa a luglio.

Calcio italiano sconfitto malamente a Torino e Genova. Orribili, a livello d'immagine, gli spettacoli andati in onda nei due stadi. All'Olimpico, causa scontri sugli spalti tra tifosi bianconeri ed emiliani, l'arbitro Romeo è stato costretto a sospendere la gara nel primo tempo per cinque minuti. Del Piero è dovuto andare sotto la curva per tentare di calmare i propri tifosi, che più che con quelli del Parma schiumavano rabbia verso la loro squadra. Un brutto intermezzo che non ha portato nulla di buono, anzi. La Juve ha perso 3-2 e chiuderà da settima, un piazzamento assai poco onorevole per un club che ha clamorosamente fallito la sua stagione e che ora dovrà ricostruirsi.

Triste, a livello d'immagine, anche il confronto a porte chiuse tra Genoa e Milan, deciso da un gol del rossoblù Sculli. Stadio vuoto per volere del prefetto che nella serata di sabato, dunque a poche ore dal match, ha raccolto gli inquietanti segnali che arrivavano dalle due tifoserie. La morte del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo, quindici anni fa, non è stata mai dimenticata, mantenendo il rancore sempre a livelli di guardia. Così, per evitare qualsiasi rischio, ecco la decisione di giocare in un Ferraris senza pubblico e in un clima surreale. Sul campo, come detto, hanno vinto i grifoni davanti ad un Milan inguardabile il cui terzo posto non è comunque in pericolo. Senza buttarla troppo sulla morale, è però il caso di farsi tutti un bell'esame di coscienza. Il calcio è un gioco, è passione e divertimento. Se la gente non può entrare in uno stadio, è la fine.

Il prevedibile successo della Lazio a Livorno (2-1) e i quasi scontati pareggi in Bologna-Catania (1-1), Fiorentina-Siena (1-1) e Udinese-Bari (divertentissimo 3-3) - tutti risultati senza un valore pratico - chiudono il film di una trentasettesima giornata a tinte forti. Pure troppo.