Allergie alimentari


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Cinquemila bimbi a rischio di reazioni gravi

Esperti a confronto fino al 15 maggio a Padova bimbo_biberon_296

di Maurizio Righetti

Se non proprio allarmanti, sono dati sui quali riflettere quelli che, fino al 15 maggio a Padova, verranno resi noti nel corso della Settimana Mondiale dell'Allergia Alimentare. Perché gli oltre 570mila under 18 italiani allergici agli alimenti rischiano la vita al ristorante, se per caso la carne è stata cotta aggiungendo un po' di latte o se nel dolce ci sono le noccioline; o possono avere uno shock anafilattico alla mensa scolastica, se le lasagne sono di pasta all'uovo. Una preoccupazione seria con la quale per forza convivere. Di questi giovani, 270mila hanno fra zero e cinque anni, circa 150mila da 5 a 10 anni, 150mila fra 10 e 18 anni. Circa 5000 bambini con meno di 5 anni sono a rischio di reazioni allergiche gravi che possono costar loro la vita, se vengono accidentalmente in contatto con gli alimenti proibiti; si stima che ogni anno nel nostro Paese siano circa 40 i morti per anafilassi, molti dei quali non riconosciuti come allergici. E il problema è in continua crescita, come segnalano gli esperti presenti al meeting padovano “L'allergia alimentare, in particolare verso latte, uova e nocciole è la causa più frequente di shock anafilattico e spesso segna l'inizio dell'evoluzione verso altre malattie allergiche quali la rinite e l’asma – dice Maria Antonella Muraro, responsabile del Centro Allergie e Intolleranze Alimentari dell’azienda ospedaliera dell'Università di Padova (www.centroallergiealimentari.eu) – Sforzi maggiori devono essere dedicati all’identificazione dei bambini a rischio attraverso una diagnosi appropriata con prove allergologiche cutanee e sul sangue. L’esclusione dell’alimento rappresenta tuttora l’unico trattamento efficace nella prevenzione della reazione allergica. Sono tuttavia in corso nel mondo sperimentazioni di possibili cure che vanno dalla desensibilizzazione per via orale o sublinguale ai preparati contenenti estratti derivati da erbei, fino alla realizzazione di veri e propri vaccini”.

Raddoppiato in 10 anni il numero di bambini allergici
Negli ultimi dieci anni il numero dei bambini allergici è cresciuto del 20 per cento, mentre i ricoveri per shock anafilattico nella fascia fra 0 e 14 anni sono aumentati di sette volte e le visite ambulatoriali pediatriche per allergie alimentari sono triplicate. “L'allergia più frequente è quella al latte vaccino: non lo tollerano oltre 100mila bimbi fra zero e cinque anni, costretti a ricorrere a latti speciali molto costosi – spiega ancora Muraro – un grosso problema, perché se i piccoli non introducono un adeguato sostituto del latte vaccino possono andare incontro a gravi squilibri nutrizionali con una compromissione della crescita e vera e propria malnutrizione”. “Un barattolo da 400 grammi di latte speciale per bambini allergici alle proteine del latte vaccino costa dai 20 ai 48 euro – informa Marcia Podestà, presidente di Food Allergy Italia (www.foodallergyitalia.org), che fa parte di una rete internazionale di 15 Associazioni di pazienti con allergie alimentari – Se pensiamo che un lattante di 4 mesi consuma da 2 a 3 barattoli alla settimana, la relativa spesa mensile si aggira in media sui 500 euro e per i primi due anni di vita, in cui tali latti sono indispensabili, le famiglie italiane spendono complessivamente oltre 50 milioni di euro ogni anno. Nella maggior parte dei Paesi europei questi prodotti speciali per allergici sono rimborsati, se il paziente ha la prescrizione medica; in Italia solo Lombardia, Friuli e Sardegna coprono i costi dei latti speciali, che altrove sono totalmente a carico della famiglia.”.

Quasi metà della popolazione non conosce le allergie alimentari
Purtroppo ben il 40 per cento dei cittadini non sa o non è al corrente che esistano le allergie alimentari. Fra chi le conosce, uno su tre ne banalizza o sottovaluta i sintomi, pochissimi sono consapevoli che a causa dell’allergia alimentare si possono avere reazioni anche gravissime; inoltre, i casi di shock anafilattico fra gli under 18 appaiono in aumento più che nella restante popolazione. E nonostante siano almeno 5000 i bambini con meno di 5 anni ad alto rischio, con allergie alimentari gravi, si stima che solo un under 18 su 1.000 porti sempre con sé la “penna” salvavita con adrenalina autoiniettabile.

Una penna di adrenalina che salva la vita
“La Regione Veneto eroga il farmaco salvavita già dal 2003; l'Agenzia Italiana del Farmaco ha poi stabilito, nel 2005, che le Regioni devono erogare l'adrenalina ai pazienti allergici come farmaco di fascia H ospedaliero – commenta Podestà – Purtroppo però non tutte le Regioni hanno fatto e stanno facendo abbastanza: la normativa è stata attuata al Nord, ma non al Sud; e c'è scarsa informazione sulla gratuità del farmaco, non solo fra i pazienti, ma anche fra i medici. Il Lazio, infine, è del tutto inadempiente e non ha addirittura ancora recepito la normativa dell’AIFA”. Il farmaco è un salvavita per i pazienti più gravi, ad esempio per chi ha già avuto shock anafilattici o manifesta reazioni molto severe con dosi minime dell'alimento, o anche per chi soffre di asma, soprattutto se non controllato. Ci sono poi casi in cui il medico può ritenere opportuna la prescrizione, ad esempio, se il paziente vive molto lontano dagli ospedali. “Purtroppo anche i pochi che hanno con sé il farmaco salvavita spesso non sanno iniettarlo nel modo giusto – dice Muraro – I bambini corrono i maggiori rischi soprattutto a scuola: un episodio di allergia grave su tre si verifica proprio nelle scuole materne ed elementari, dove però non è prevista un'educazione specifica del personale per la prevenzione e la gestione di questi eventi”.

Veneto, migliore esempio di prevenzione accurata
Una legge del Veneto ha istituito un Centro di Specializzazione multidisciplinare dedicato, per garantire ai pazienti un percorso diagnostico-terapeutico appropriato e semplificato. È partito pertanto il progetto di una Rete fra Pronto Soccorso, Divisioni di Pediatria, allergologi, pediatri e medici di base per prendere in carico e seguire in maniera coordinata ogni paziente, fin dal primo episodio acuto di allergia alimentare. La Rete verrà estesa anche alle scuole, che attualmente in Veneto sono al centro di un progetto di educazione unico in Italia. La Legge regionale prevede che il Centro per le Allergie Alimentari svolga corsi per il personale scolastico di ogni ordine e grado in collaborazione con l'Ufficio Scolastico regionale: vengono formati ogni anno circa 2000 fra insegnanti e personale vario per la gestione delle allergie alimentari ed il trattamento delle eventuali emergenze”. La presa in carico corretta del bambino allergico in comunità è al centro di un documento europeo di consenso pubblicato di recente dall'European Academy of Allergy and Clinical Immunology sulla rivista Allergy, che riporta indicazioni condivise su come trattare i bambini allergici a scuola. Lo scopo è quello di promuovere una legislazione omogenea in tutti i Paesi europei e di aumentare la consapevolezza del problema. Per sensibilizzare i cittadini all'importanza di riconoscere e gestire le reazioni allergiche agli alimenti, durante la Settimana Mondiale dell'Allergia Alimentare, che si chiuderà il 15 maggio, sono previsti numerosi appuntamenti con gli esperti.

>>> I numeri delle allergie alimentari in Italia