Alla fine il prefetto ha deciso di non correre rischi: Genoa-Milan è una partita troppo pericolosa per la rivalità tra le due tifoserie a 15 anni dalla morte del genoano Vincenzo Spagnolo e oggi si giocherà a porte chiuse.
Il colpo di scena al termine di una giornata in cui a Genova si sono susseguite le riunioni dei responsabili dell'ordine pubblico. Quando ormai si pensava che il match sarebbe andato in scena regolarmente, con 371 tifosi del Milan attesi allo stadio Ferraris, il prefetto Francesco Musolino ha firmato un'ordinanza in base all'articolo 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, disponendo la disputa dell'incontro a porte chiuse.
Ragioni di ordine e sicurezza pubblica, questa la motivazione. Evidentemente nelle ultime ore erano aumentati i segnali di rischio legati alla partita. Negli ultimi giorni diverse voci, anche istituzionali, avevano espresso preoccupazione per la sfida tra Genoa e Milan, che per i rossoneri serve a confermare il terzo posto in classifica e l'accesso diretto alla Champions League.
Per tutto il giorno si è discusso degli ultimi dettagli del dispositivo di sicurezza messo a punto, che prevede un massiccio spiegamento di forze. Diverse centinaia gli uomini a disposizione del questore Filippo Piritore per un match ad alto rischio.
Tra i momenti critici della giornata di oggi, che avrebbe dovuto vedere l'arrivo dei tifosi rossoneri dopo 15 anni (tanti ne sono trascorsi dall'uccisione del supporter del Genoa, accoltellato da un milanista), c'era anche un corteo rossoblù non autorizzato, volto a creare difficoltà per l'accesso dei milanisti allo stadio.
Il padre di Spagnolo, Cosimo, aveva rinnovato l'appello a ''non creare tensioni, violenze, non fare provocazioni e non accettarne''. ''Chi amava Vincenzo - afferma - dica no alla violenza''.