di Gianluca Luceri
Inter-Roma quantestorie. Il duello è diventato ormai rusticano: emozionante e aspro, in campo e fuori, coi tacchetti e con le parole, esageratamente 'nevrotizzato' da molti suoi protagonisti. E' una partita, quella tra nerazzurri e giallorossi, che sembra non finire mai. Prima del penultimo round di campionato, è necessario un riassunto delle puntate precedenti. L'ultima settimana, per esempio, è un album fitto fitto che quasi non si riesce a sfogliare. Si comincia dalla gara 'virtuale' della Lazio che ha però regalato all'Inter tre punti (scudetto) molto reali. Si prosegue con il meritato trionfo nerazzurro in finale di coppa Italia con il suo strascico di cadute di stile. Prima: botte da orbi sull'erba, il calcione brutto brutto di Totti a Balotelli, l'oxfordiano gesto 'dell'inguine' di Chivu ai suoi ex tifosi. Poi: le dichiarazioni di Mourinho (con deferimento arrivato puntuale) nel dopo-match dell'Olimpico su un possibile premio a vincere della Roma al Siena nell'ultima giornata di campionato. Finita qui? Macchè. Ecco infatti le accuse di razzismo di Mino Raiola, agente di Balotelli, al capitano giallorosso, e la risposta 'a tono' di Totti che ammette di aver sbagliato, ma non con le parole. Insomma, l'aria che precede la trentasettesima giornata, non è proprio da convento francescano.
Inter-Chievo di qua, Roma-Cagliari di là. Milito e soci hanno un capitale importante da gestire, ovvero due punti in più della Ranieri-band, le cui ruote sembrano un po' sgonfie dopo un'incredibile rincorsa a perdifiato e una stagione iniziata a luglio con i preliminari di Europa League. Particolare, questo, non trascurabile. A 180 minuti dallo striscione, i numeri parlano però chiaro: se l'Inter batte la squadra dei 'pandori' e la Roma non piega i sardi, la corsa-scudetto si chiude e il 18° scudetto nerazzurro finirà in sartoria per essere cucito sulle maglie. Ipotesi più che concreta, a questo punto, con una squadra motivatissima e lanciata verso un possibile, strepitoso Slam (coppa Italia, già vinta, campionato, Champions), e un'altra che va avanti un po' sui nervi un po' per inerzia, raschiando le ultime energie sul fondo del barile.
Ma siccome 'lo scontato' non sembra figlio di questo epilogo di stagione, non si possono omettere gli altri scenari. Molto meno realistici ma pur sempre possibili. Tipo: l'Inter pareggia con Chievo o Siena, la Roma fa sei punti in due partite, e con l'arrivo a braccetto sarebbero i giallorossi a fare festa. Questo copione, per ora, sta 'chiusissimo' in un cassetto, ma le vie del calcio sono infinite e dunque… mai dire mai. Incroci-tricolori a parte, gli occhi del campionato puntano dritti allo stadio Barbera (stra-esaurito), dove andrà in scena una vera e propria finalissima. Palermo-Samp vale infatti il quarto posto, che tradotto significa Champions League, obiettivo dei sogni per due società non abituate a simili palcoscenici. Blucerchiati a quota 63 punti, rosanero a 61: servono pochi calcoli per capire quanto 'pesi' questa sfida. Delneri e Cassano hanno due risultati su tre a disposizione, Rossi e Miccoli uno solo: la vittoria, che vorrebbe dire sorpasso. Pronostico impossibile, in questo caso. Il Palermo in casa mette paura, ma la Sampdoria degli ultimi tempi macina che è una bellezza. Ce n'è in abbondanza per vedere un grande spettacolo, riservato ovviamente ai cuori forti.
Il resto della storia è più o meno una pagina bianca. Chiuso matematicamente il capitolo Europa League: ci andranno Napoli, Juventus e chi si 'scotterà' tra Samp e Palermo. Praticamente tutto compiuto anche in zona salvezza: Livorno e Siena sono già in serie B, l'Atalanta (di scena al San Paolo) sta per unirsi al gruppo, legata ad un filo ultrasottile destinato a spezzarsi. I risultati, perfettamente inutili, di Fiorentina-Siena, Genoa-Milan, Udinese-Bari, Juventus-Parma avranno quindi valore solo per gli almanacchi del calcio. Bologna-Catania, Livorno-Lazio e Napoli-Atalanta creeranno invece l'incastro per la retrocessione degli orobici, ormai ai titoli di coda.