Rifiuti da smaltire, stanze da illuminare, persone che vanno e vengono in auto. Anche gli ospedali inquinano: in termini di 'impronta ecologica', l'indicatore che misura quanta superficie terrestre viene 'consumata' per svolgere qualunque attività o per offrire qualsiasi servizio, un nosocomio di vecchia concezione 'brucia' da 140 a 185 metri quadri per posto letto. Ma adottando semplici accorgimenti, dalla luce naturale alla lotta al Pvc e al traffico controllato, anche le corsie possono allungare la vita al pianeta. Dimezzando l'impatto sull'ambiente. Le regole della 'rivoluzione verde' in sanita' arrivano dalla V Conferenza europea dell'ospedale, promossa dal Centro nazionale per l'edilizia e la tecnica ospedaliera (Cneto) e dall'università Cattolica di Roma, in corso fino a domani nella Capitale al Centro congressi Europa dell'ateneo del Sacro Cuore.
"Il futuro è dell'ospedale verde", afferma l'architetto americano Roger Hay, Principal della Ratcliff di Emeryville, in California, ospite del summit romano. L'esperto immagina "un luogo di cura del tutto innovativo, in cui ogni struttura e' pensata per produrre un risparmio energetico, in cui la gestione dei rifiuti ospedalieri sia tale da ridurli al minimo e in cui l'efficienza dello staff ospedaliero, medico e paramedico, permetta di ottimizzare al massimo i servizi offerti. Il tutto potrebbe permettere di ridurre l'impronta ecologica di un ospedale di circa 45%", come hanno dimostrato alcuni prototipi architettonici basati sul cosiddetto 'lean design'.
Sei campi da calcio, pari a una superficie di 4,76 ettari. Tanto misura l'impronta ecologica media di un cittadino italiano. E seppur ridotta rispetto a questo dato pro-capite, anche l'impronta ecologica di un ospedale e' alta. A una struttura come il Policlinico Gemelli di Roma - 1.900 posti letto compresi Day Hospital, posti in Riabilitazione e nel Complesso integrato Columbus - potrebbe corrispondere ad esempio un'impronta ecologica di circa 26,6 ettari. Ma il Gemelli, ricorda una nota, e' fra i pochissimi ospedali italiani ad avere già adottato una misura di sostenibilità come il risparmio energetico.
Esteso su un'area di 37 ettari, e con un complesso di costruzioni che superano il milione di metri cubi, il Policlinico Gemelli di Roma assomiglia a una cittadina di circa 20 mila abitanti. Ma grazie all'istallazione di un impianto di produzione combinata di energia elettrica e termica - un moderno impianto di cogenerazione che utilizza una turbina a gas di derivazione aeronautica, con a monte un sistema di produzione di energia elettrica e a valle un impianto di recupero calore del turbo gas - nell'ospedale capitolino il risparmio economico sul totale della spesa energetica è già pari al 30% circa.
Fra le principali voci dell''inquinamento ospedaliero', spiega Hay, ci sono i rifiuti tra cui molti materiali in plastica. "Fino a pochissimo tempo fa - evidenzia l'architetto Usa - molti materiali in plastica usati in ospedale, dai guanti di lattice ai materiali delle pavimentazioni, a contenitori di ogni tipo, contenevano Pvc: una sostanza molto tossica (se incenerita sprigiona diossine)", il cui utilizzo e' fortemente osteggiato dai progettisti sostenitori dell'ospedale 'verde'. All'elenco delle cause di inquinamento ospedaliero vanno poi aggiunte l'illuminazione e le emissioni di CO2: l'anidride carbonica prodotta dalle automobili di camici bianchi, pazienti e visitatori.
Ecco perché i nuovi ospedali a misura di ambiente puntano a ridurre la produzione di rifiuti o a sfruttare al massimo la luce naturale. La filosofia del lean design, una progettazione mirata al 'taglio' dei costi e dei tempi di realizzazione, si applica non solo alla costruzione, ma anche alla gestione dell'ospedale: la riorganizzazione del personale medico e paramedico, in modo da ridurre la necessita' di personale full-time e aumentare il numero di visite al giorno, ha a sua volta permesso di ridurre l'impronta ecologica di certi luoghi di cura. Un approccio sostenibile che, assicurano gli esperti, permette anche di fornire la stessa quantita' e qualita' di assistenza in luoghi di cura di dimensioni inferiori, quindi meno dispendiosi e con un impatto minore sull'ambiente.
"Nei nosocomi americani il Pvc sta quasi scomparendo, e già oggi molti nosocomi a stelle e strisce sono costruiti con criteri di ecosostenibilità", fa notare Hay.
"In Italia - afferma il presidente Cneto Giuseppe Manara - abbiamo come esempio di ecosostenibilità l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, e poi il nuovo ospedale Alba-Bra in fase di costruzione a Verduno", in provincia di Cuneo.
Un ospedale verde può comportare una spesa maggiore di un nosocomio 'vecchia maniera', e ne è un esempio il costosissimo Dell Children's Hospital di Austin, nel cuore del Texas, interamente costruito seguendo criteri di ecosostenibilita' e diventato il primo ospedale al mondo a ricevere una certificazione Leed Platinum (come a dire 'l'Oscar dell'ecosostenibilità') dall'US Green Building Council. Ma spendere qualcosa in piu' vale la pena: in prospettiva i risparmi sono grandi e "a lungo termine possiamo salvare l'umanita'", promette Hay. Con una sanita' piu' green, conclude, "aiutare le persone a guarire non comportera' piu' far ammalare sempre di piu' il nostro pianeta".