Relazione sul lavoro pubblico


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Corte dei Conti: statali, misurare produttività

Nonostante la riduzione del personale, la spesa cresce f

Il costo del lavoro pubblico pesera' nel 2010 l'11,2% del Pil, in calo dall'11,5% del 2009, ma "non ancora in linea con l'obiettivo di un ritorno ai valori registrati negli esercizi precedenti al 2008". Lo scrive la Corte dei Conti nella Relazione 2010 sul costo del lavoro pubblico. La Corte sottolinea che "e' ormai ineludibile procedere a una misurazione della produttivita' del lavoro pubblico quale parametro di compatibilita' economico-finanziaria per la concessione di incrementi retributivi eccedenti il mero mantenimento del potere di acquisto della componenti fisse della retribuzione". E auspica "una rapida e condivisa attuazione delle misure contenute nella Riforma Brunetta per migliorare il ciclo della performance delle amministrazioni, nella consapevolezza che un recupero di produttivita' ed efficienza del settore pubblico rappresenta un importante strumento per favorire la ripresa dell'economia reale del Paese".

Il taglio dei dipendenti pubblici dell'1,3%, nel triennio 2006-2008 - scrive la Corte - non ha portato alla riduzione della spesa. Anzi, nel 2006 l'aumento e' stato del 2,8% e nel 2007 del 7%. Partendo dai dati contenuti nel conto annuale pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato, riferiti al 31 dicembre 2008, la relazione tratta della consistenza del personale delle pubbliche amministrazioni e della spesa sostenuta per le diverse categorie di dipendenti. Questa voce di spesa e' stimata, per il 2010, in una percentuale pari all'11,2% del prodotto interno lordo. Le norme in materia di contenimento delle assunzioni hanno determinato, nel triennio 2006-2008 una flessione, seppure contenuta, del numero complessivo dei dipendenti (-1,3%). Tale flessione si e' concentrata nell'ambito del personale statale (in particolare ministeri ed agenzie fiscali). La Corte sottolinea dunque ''i limitati effetti delle misure relative al contenimento delle assunzioni e degli organici, antecedenti'' il decreto legge 112 del 2008, che ha introdotto un'ulteriore stretta in materia.

Il segretario generale della Corte dei Conti Gian Giorgio Paleologo sottolinea ''la particolare importanza'' della relazione sul costo del lavoro pubblico che ha coinvolto ''tutti i pubblici dipendenti, non solo gli statali per oltre 10.000 amministrazioni, attivi nella pubblica amministrazione a vario titolo, non solo con rapporti a tempo indeterminato ma anche determinato compresi i lavoratori interinali o i lavoratori socialmente utili. Inoltre - spiega - si tratta di un rapporto con tutti gli ultimi dati disponibili, aggiornato a venti giorni fa''.

Favorevole, naturalmente, il commento del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che esprime ''la sua ampia condivisione delle considerazioni'' contenute nella relazione 2010 della Corte dei Conti sul costo del lavoro pubblico. ''In particolare - commenta il ministro - la Corte ha sottolineato l'esigenza di procedere in modo effettivo a una misurazione della produttivita' del lavoro pubblico quale parametro di compatibilita' economico-finanziaria per la concessione di incrementi retributivi eccedenti il mero mantenimento del potere di acquisto delle componenti fisse della retribuzione''.

''Sono particolarmente soddisfatto - indica ancora Brunetta - perche' la massima autorita' di controllo individua nell'attuazione e nella condivisione della mia riforma della Pubblica amministrazione lo strumento per migliorare la perfomance delle amministrazioni. Il recupero di efficienza e produttivita' sara' lo strumento che consentira' al settore pubblico di non essere un peso, ma semmai un fattore trainante di sviluppo per la nostra economia''.