Atlante delle crisi


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'Più accesso alla sanità'

Intervista a Francesco Aureli, responsabile Policy e Advocacy Save the Children Italia F

Quale dovrebbe essere il piano d'azione dell'Onu per ridurre la mortalità materno-infantile?
"Mettere al centro la persona, e questo significa la giusta attenzione sul rafforzamento dei sistemi sanitari e sull' accesso ai sistemi sanitari che sono la più grave mancanza nei Paesi in via di Sviluppo". Lo dice a Televideo Francesco Aureli, responsabile Policy e Advocacy Save the Children Italia. "Bisogna eliminare barriere quali le tariffe per accedere ai centri clinici e la mancanza di infrastrutture. E poi soprattutto occorre formare operatori sanitari".
"La formazione di operatori sanitari, secondo Save the Children, è veramente l'elemento chiave per poter raggiungere gli Obiettivi del Millennio. Il piano globale delle Nazioni Unite si dovrebbe concentrare su questo. E quando parliamo di operatori sanitari, parliamo di levatrici, infermiere e operatori sanitari di comunità, ma parliamo soprattutto di operatori di sesso femminile, cioè di donne, donne coinvolte in questo. E' necessario formare 4,3 milioni di operatori sanitari che il rapporto indica come necessari per raggiungere gli Obiettivi del Millennio n. 4 e 5".

E' possibile raggiungere gli Obiettivi del Millennio entro il 2015?
"Secondo Save the Children sì, perchè gli interventi non sono così economicamente gravosi e sono soprattutto quelli del coinvolgimento delle comunità, della formazione degli operatori sanitari, del mettere a disposizione strumenti di base quali un termometro o un misuratore delle condizioni polmonari, medicine come antimalarici o antibiotici. Questo potrebbe prevenire un numero esorbitante di morti di mamme e di bambini, e parliamo di almeno 6 milioni e mezzo di morti che potrebbero essere evitate nei prossimi 5 anni".

Quali sforzi economici occorrono per gli Obiettivi del Millennio n. 4 e 5?
"In generale, a livello globale, per raggiungere questi Obiettivi stimiamo siano necessari circa 30 miliardi di euro che devono venire dai Paesi occidentali,da grosse fondazioni private e dai Paesi in via di sviluppo. Ci deve essere quindi un impegno condiviso, un' intesa tra i diversi Paesi. Gli sforzi economici, tuttavia, non devono venire esclusivamente dai Paesi occidentali, ma anche da quelli in via di sviluppo che dovrebbero destinare alla salute almeno il 15% dei loro investimenti nel sociale".

Come ottenere risultati anche in Africa sub-sahariana e nel Sud-Est Asiatico?
"Si può ridurre la mortalità materno-infantile anche in queste aree se si somma un impegno dal punto di vista degli interventi sul campo all'impegno di informazione, di sensibilizzazione in Paesi ad alto tasso di mortalità e se si fa questo lavoro da subito, in modo coordinato tra i Paesi occidentali e i Paesi emergenti. Là dove c'è un programma nazionale del Paese che ha un alto tasso di mortalità materno-infantile non si può fallire, non si può non sostenerlo, non si può non destinare fondi per questo".
"Abbiamo visto risultati eccellenti in Bangladesh e in Indonesia con interventi semplici. In Indonesia con il programma "Una levatrice per ogni villaggio" e in Bangladesh con il programma in cui abbiamo coinvolto le nonne che hanno informato a catena e coinvolto le comunità, abbiamo ottenuto una riduzione del 34% della mortalità materna e infantile. Anche la stessa Cina ha fatto dei progressi incredibili ed è sicuramente in linea con il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio numero 4 e 5 entro il 2015. Noi di Save the Children crediamo che nei prossimi 5 anni con il giusto investimento e con la giusta attenzione e gli interventi più efficaci si possa sopperire al tempo che manca. Sì il tempo stringe perchè se quanto previsto dagli Obiettivi di sviluppo del Millennio numero 4 e 5 è stato reggiunto per il 50% in 10 anni, ora abbiamo soltanto 5 anni per il restante 50%. L'appello di Save the Children è che l'intervento deve essere concentrato e condiviso soprattutto su quelli che sono gli interventi sulla salute di base e sulla formazione degli operatori di comunità".